Gela. “E’ con grande rammarico che le comunico che questa
amministrazione, a causa della mancanza di risorse finanziarie disponibili, è impossibilitata a continuare a garantire il servizio di assistenza domiciliare”.
“Messinese come la Lorenzin”. Si legge così nelle missive, firmate dal sindaco Domenico Messinese, recapitate ad anziani e disabili che usufruiscono del servizio di assistenza finanziato dal Comune. Niente soldi, niente assistenza, con tutto ciò che ne consegue, ad iniziare dagli operatori che non potranno proseguire l’attività e dagli utenti che dovranno cercare soluzioni alternative. “L’assistenza domiciliare non va interrotta! Messinese non può fare come la Lorenzin – dice il segretario confederale della Cgil Ignazio Giudice – mi rivolgo al sindaco e a tutte le forze politiche e invito le parti a scelte razionali per evitare l’ulteriore impoverimento dei servizi alla persona. Da anni la città sta subendo un drastico ridimensionamento dei livelli minimi di assistenza e l’urlo del sindaco contro il ministro per ottenere più servizi sanitari è lo stesso urlo che io rivolgo a lui per potenziare il numero degli assistiti, anziani e disabili, ripristinare con urgenza lo storico servizio di trasporto disabili come annunciato dalla giunta otto mesi fa in più sedute del consiglio comunale, lo stesso urlo comprende l’invito a far partire sin dal primo giorno di scuola la refezione scolastica e ovviamente l’urlo scopre la polveriera sulla gestione delle case famiglie per disabili mentali e minori in mano a cooperative senza scrupoli”.
Articolo Uno contro lo stop del servizio. Contro lo stop al servizio di assistenza domiciliare si era schierato, negli scorsi giorni, anche il consigliere comunale di Articolo Uno Carmelo Casano che aveva invitato la giunta ad evitare scelte drastiche. “E’ un servizio fondamentale per tante famiglie – dice – non può essere interrotto”.
Un messaggio per accelerare sul bilancio? Nella missiva, Messinese prosegue “spero che con l’approvazione del bilancio si possa contare su fondi aggiuntivi che permettano il ripristino del servizio”. “I servizi non possono essere usati come strategia politica per l’approvazione del bilancio di previsione – conclude invece Giudice – strumento ad oggi non approvato neppure dalla giunta e non concertato con le parti sociali, dal sindacato dei lavoratori ai commercianti agli artigiani. La Cgil chiede un incontro immediato con il sindaco per scongiurare la condanna a morte della città, perché le città non sono cumuli di pietra e si governano con la testa”.