Gela. Sono già in corso i procedimenti che toccano i principali coinvolti nell’inchiesta antidroga “Smart working” che consentì di ricostruire un ampio giro per lo spaccio di sostanze stupefacenti, che non si sarebbe fermato neanche durante l’emergenza Covid. Per alcune posizioni, è stato disposto il giudizio immediato mentre altri imputati hanno optato per la richiesta di riti alternativi. Il prossimo gennaio, inoltre, è fissata l’udienza preliminare per le posizioni dei coinvolti che non furono raggiunti da misura cautelare nel corso delle indagini.
Anche in questo caso, le contestazioni riguardano sempre la disponibilità di droga per lo spaccio in città. Secondo gli investigatori, le basi erano nelle abitazioni di Francesco Scicolone e Giacomo Tumminelli, a loro volta davanti al giudice.