Gela. Domani, il consiglio comunale, su proposta dell’opposizione, torna a riunirsi per una seduta monotematica. Al centro del dibattito, i troppi disservizi idrici. L’amministrazione comunale, fin dall’esordio, si è trovata davanti ad uno scenario preoccupante. La siccità è solo uno dei fattori. Ad incidere enormemente sono soprattutto le reti che non reggono e una gestione dei turni di erogazione fin troppo discostante. Il Forum acqua bene comune, da anni sostiene il ritorno alla gestione pubblica del servizio e inoltre contesta i costi all’ingrosso imposti dal sovrambito di Siciliacque. “Proponiamo – fanno sapere – il ripristino delle reti idriche da parte di Siciliacque e dei gestori, la riattivazione delle dighe esistenti, una ricognizione nel territorio comunale alla ricerca di pozzi per avere acqua potabile e in ultimo, comunque prioritari, investimenti per la raccolta dell’acqua piovana. Altro punto da affrontare dall’Ati è il costo dell’acqua all’ingrosso che i gestori pagano a Siciliacque a 0,6960 euro a metro cubo. Il costo dell’acqua all’ingrosso è stato impugnato al Tar Palermo dall’Amap e dal gestore di Agrigento. Il Tar si è pronunciato con sentenza 00328/2020 che stabiliva che la Regione Sicilia non era competente a determinare il costo dell’acqua e che la competenza era dell’Ato e ora dell’Ati, inoltre rilevava che nel resto d’Italia l’acqua all’ingrosso a metro cubo veniva venduta ad un prezzo minimo di 0,07 euro e fino ad un massimo di 0,30 euro. Come si può vendere un bene pubblico come l’acqua del sottosuolo ad un prezzo così esorbitante? Chiediamo all’Assemblea Territoriale Idrica di promuovere ogni iniziativa per fare pagare l’acqua all’ingrosso ad un prezzo equo e sostenibile, come indicato dalla Legge Regionale Sicilia art.6 Nr. 19/2015”. Dal Forum spingono affinchè la questione venga trattata dall’Ati in modo “pubblico, ascoltando i cittadini”. Viene richiamata la posizione espressa dal sindaco di Mazzarino Faraci, certo che ci siano i presupposti per un’azione legale contro Caltaqua, a seguito di un servizio per nulla efficiente. Al vaglio del Forum rimane il prezzo all’ingrosso applicato da Siciliacque.
“Nel giugno 2023 Italgas e Veolia hanno stipulato un contratto di compravendita per 115 milioni di euro per le quote di partecipazione nelle società attive nel servizio idrico. Si tratta di quelle del gruppo Veolia nelle regioni Lazio e Sicilia. La società ha il 75 per cento di Siciliacque. Perché tutti questi milioni per la parte dell’acquisto di Siciliacque che ancora continua a gestire tutto il servizio di compravendita dell’acqua all’ingrosso ai gestori e ai privati ad un prezzo così esorbitante di 0,6960 euro a metro cubo, acqua del sottosuolo, bene primario per la vita? Ai responsabili che hanno fatto questa compravendita i cittadini siciliani dovrebbero chiedere un risarcimento per danni subiti da Siciliacque, che negli anni pregressi non ha fatto investimenti nelle reti idriche per ridurre le perdite”, conclude una nota.