Spari a Borgo Manfria, ferito Palmieri: undici anni ciascuno ai Pisano, due assoluzioni

 
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Gela. Padre e figlio pianificarono l’azione puntando a Carmelo Palmieri, ferito a colpi di arma da fuoco nella zona rurale di Borgo Manfria. Il gup Miriam D’Amore ha condannato ad undici anni e otto mesi di reclusione Orazio Pisano e ad undici anni il figlio Giuseppe Pisano. Sono state riconosciute le aggravanti e la continuazione tra più capi di accusa, compresi quelli per le estorsioni. A sparare, in base a quanto ribadito dal pm Fabrizio Furnari, fu Giuseppe Pisano. Seppur con il volto coperto da un passamontagna, venne riconosciuto da Palmieri per via della sua imponente stazza fisica. Stando agli inquirenti, i Pisano avevano imposto un regime di controllo capillare della zona tra Borgo Manfria e contrada Mangiova. Bisognava passare da loro e pagare anche per la raccolta della paglia. Gli venivano addebitate diverse contestazioni per estorsione. Palmieri pare non volesse osservare i diktat dei Pisano e così scattò la ritorsione. Il pubblico ministero, nel corso del giudizio abbreviato, ha indicato che gli spari erano per uccidere. Palmieri, parte civile nel procedimento assistito dal legale Vittorio Giardino, riuscì a fuggire, riportando ferite. Giuseppe Pisano agì, secondo la procura, con il pieno assenso del padre Orazio Pisano. A quest’ultimo veniva addebitato pure l’incendio dell’attività commerciale del fratello, Emanuele Pisano. Le fiamme vennero appiccate ad un caseificio, per il tramite di un minore. Tra i due pare ci fossero forti tensioni. Lo stesso Emanuele Pisano, per i pm pienamente a conoscenza di ciò che accadeva nelle zone rurali, è stato condannato a quattro anni e due mesi di detenzione. Il legale, l’avvocato Giovanni Lomonaco, ha invece sostenuto che l’imputato fu esclusivamente vittima, subendo danni all’attività. E’ stato, contemporaneamente, parte civile nel procedimento e gli è stato riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni così come per Palmieri. Sono stati assolti altri due imputati. Le richieste della procura erano pesanti per la posizione di Giuseppe Vaccaro, assistito dal legale Carmelo Tuccio. Secondo gli investigatori, proprio Vaccaro avrebbe spalleggiato Giuseppe Pisano, nel raid di Borgo Manfria. La difesa ha escluso l’esistenza di elementi concreti per collegarlo a quanto ricostruito dalla procura. Il gup ha pronunciato l’assoluzione.

Una decisione favorevole è stata emessa per Pericle Ignazio Pisano. Orazio Pisano e il figlio Giuseppe sono assistiti dai legali Giacomo Ventura e Cristina Alfieri, che nelle conclusioni hanno fornito una ricostruzione del tutto differente da quella dell’accusa. Il gup ha infine disposto il rinvio a giudizio per Fabio Russello e Vincenzo Alberto Alabiso, davanti al giudice solo per l’ipotesi di furti. Assistiti dall’avvocato Nicoletta Cauchi, non hanno optato per riti alternativi.

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