“Comunelli rischia il fermo totale, occorrono progetti reali”, Scudera: “Puntare su acque reflue”

 
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La diga Comunelli a secco

Gela. Quello delle dighe è un vuoto che sta mettendo sotto scacco l’intero comparto agricolo del territorio. L’acqua non riesce ad arrivare dai bacini artificiali mentre la siccità fa il resto. Migliaia di aziende sono in forte difficoltà. Questa mattina, il gruppo consiliare del Pd è arrivato a Comunelli, un invaso che di fatto non esiste più. L’acqua non c’è e per i dem servirebbero interventi immediati per eliminare il fango dalla valvola di fondo. E’ una situazione che gli operatori denunciano da anni. “Fa piacere che la politica inizia a prendere contezza di ciò che sta accadendo – dice l’imprenditore del settore Liborio Scudera – hanno fatto bene a recarsi a Comunelli. Però, dire che il problema si può superare con lavori a costi limitati è assolutamente impreciso. La valvola di fondo dell’invaso è bloccata da almeno diciotto metri di fango. E’ una vicenda che si protrae da vent’anni. Non è mai stata fatta manutenzione e il risultato lo vediamo. Purtroppo, Comunelli pare difficilmente recuperabile. Rischia di diventare del tutto non agibile, proprio per ragioni strutturali. Consideriamo che uno degli ultimi progetti mai concretizzato, solo per la messa in sicurezza prevedeva un costo di almeno otto milioni di euro”. Per Scudera, il punto focale, in questo periodo, deve essere quello delle acque reflue da affinare.

“E’ molto più realistico rispetto a progetti per le dighe che richiedono comunque anni per la conclusione – aggiunge – gli agricoltori locali sperano nel ciclo delle acque reflue per dare respiro alle loro attività. Abbiamo partecipato a più tavoli tecnici e ci sono le condizioni. Bisogna accelerare e anzi chiedo al Pd e a tutta la politica locale di intervenire sulla Regione”. Gli operatori da tempo attendono riscontri sul sistema delle acque reflue, da far confluire nella vasca di Settefarine, così da dare risorse ad una vasta area rimasta priva di vere fonti idriche. Non c’è solo Comunelli in uno stato di coma strutturale profondo. Anche il bacino di Disueri versa in condizioni precarie e ci vorrebbe un progetto da diversi milioni di euro per renderlo efficiente. Probabilmente, a Palermo si deciderà un intervento urgente per Cimia, la cui portata è stata drasticamente ridotta fino ad un milione e mezzo di metri cubi. Si teme infatti che la valvola di fondo possa andare incontro agli stessi problemi riscontrati per Comunelli e così si cercherà di finanziare lavori d’urgenza. In generale, lo stato degli invasi del territorio è pessimo e per gli agricoltori le soluzioni si assottigliano sempre di più.

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