Gela. Tra le sette liste che hanno sostenuto il percorso elettorale del sindaco Terenziano Di Stefano c’è quella del partito comunista. In vista di una verifica politica che il primo cittadino intende aprire dopo la festa patronale e comunque solo quando le emergenze più stringenti saranno ben gestibili, gli esponenti del Pci si sentono assolutamente integrati nel progetto. “Non c’è dubbio – dice il segretario Nuccio Vacca – il nostro partito, fin dall’inizio, con l’agorà politica, ha voluto la candidatura del sindaco Di Stefano. Io stesso ero tra i nomi in lizza nell’agorà ma abbiamo fatto un passo indietro perché ci riconosciamo in Di Stefano. Il futuro in giunta? Abbiamo massima fiducia nel primo cittadino”. Vacca è da poco entrato a far parte della segreteria regionale Pci e ha le deleghe al lavoro e all’antimafia. Conferma che la strada politica e amministrativa intrapresa da Di Stefano e dagli assessori è quella che convince di più. “Per noi, non può essere solo un aspetto numerico – aggiunge – gli alleati e il sindaco erano consapevoli che la lista non avrebbe superato la soglia di sbarramento. Abbiamo avuto poco tempo per consolidarci ma siamo riusciti a presentare il simbolo comunista dopo decenni. Per noi, è stato un risultato importante. Il sindaco spiegò subito che era importante averci nel progetto e per questo non temiamo per la giunta. Abbiamo un assessore, Giuseppe Favitta, e siamo molto contenti di come sta lavorando. In prima battuta, dovevo essere indicato io però ci fu un accordo che non prevedeva candidati tra gli assessori designati. Favitta ha spiegato di avere impegni lavorativi che non gli permetteranno probabilmente di proseguire. Sta comunque operando come se il suo impegno fosse per cinque anni. Siamo soddisfatti e appunto non temiamo nulla. Il nostro unico interesse sta nella città e nei cittadini. E’ giusto che Di Stefano conduca una verifica interna con gli alleati ma ritengo che i comunisti rimarranno nel progetto”. Vacca, ad oggi, non dà troppo peso ad ipotesi di ingressi in giunta, esterni alla coalizione iniziale.
“Innesti che arrivano dal centrodestra? Non penso che il sindaco Di Stefano si muoverà in questa direzione – aggiunge – sarebbe un tradimento del mandato che i cittadini ci hanno affidato. La città sarebbe ancor più disorientata. Non capirebbe. Altrimenti, a cosa serve il voto se ad amministrare saranno pure quelli che non sono stati scelti dalla volontà popolare?”. I comunisti stanno portando avanti un percorso teso a radicare il partito sul territorio, dopo una lunga assenza. Le risorse sono esigue ma un punto di partenza vero lo collocano in quella che fu l’agorà e che ha condotto all’elezione del sindaco Di Stefano.