Gela. Senza il bilancio stabilmente riequilibrato sarà inutile qualsiasi pressing istituzionale per arrivare all’assunzione di un nuovo dirigente. I riferimenti del Ministero dell’interno lo hanno confermato, questa mattina, al sindaco Terenziano Di Stefano, che ha avuto un ulteriore incontro nelle stanze romane. Già a febbraio, arrivò una richiesta dal municipio per l’ok necessario a formalizzare l’incarico al dirigente al bilancio, essenziale nel percorso per superare il dissesto. “In quell’occasione – dice Di Stefano – al nostro ente venne concessa una sorta di deroga, in via eccezionale. L’impegno iniziale, anche se non vincolante, era di chiudere il bilancio stabilmente riequilibrato entro maggio. Ho spiegato che l’attività è ancora in corso e che ho preteso la bozza del bilancio entro fine settembre. Però, allo stato, bisogna prima avere il bilancio, approvato dal consiglio comunale, poi lo trasmetteremo al Ministero e in quella sede saranno vagliate, magari pure prima del passaggio finale, le nostre richieste per un nuovo dirigente. Prima di allora, non sarà possibile ottenere altre deroghe”. Il sindaco ancora una volta insisterà con il dirigente e con gli uffici comunali per avere appunto la bozza del bilancio stabilmente riequilibrato entro fine settembre. Ha convocato il segretario generale e lo stesso dirigente per lunedì 9 settembre, all’indomani della festa patronale.
“L’ho già fatto prima di partire con una nota interna – aggiunge il primo cittadino – sto sollecitando gli uffici, i dirigenti e i funzionari, tutti devono fare il loro lavoro altrimenti si cambierà. Non ci sono più scuse”. Di Stefano aveva esposto l’intera situazione del municipio, sotto dissesto, durante una prima riunione ministeriale, sempre in settimana. Il bilancio stabilmente riequilibrato diventa così la chiave di volta, in un municipio che come abbiamo ricordato va avanti con una soglia di personale del tutto sottodimensionata. L’avviso alla burocrazia dell’ente giunge piuttosto chiaro, confermato dalle verifiche condotte dal primo cittadino nella sua trasferta istituzionale.