Gela. Se il nodo finanziario è quello che sta generando contrazioni evidenti nella macchina amministrativa comunale, mai veramente in piena efficienza, la grana del personale numericamente carente è un’altra emergenza che non si può trascurare. A Palazzo di Città, gli uffici sono ridotti ai minimi termini. I concorsi, che erano stati abbozzati dall’ex amministrazione Greco ma che non hanno mai visto la luce, non possono trovare spazio sotto dissesto. Non solo il personale nei settori ma anche la pianta dirigenziale non gode di buona salute. Il sindaco Terenziano Di Stefano, come abbiamo già riferito, lo ha fatto presente, ieri, nel corso di un incontro istituzionale in sede di segreteria del Ministero dell’interno, valutando le tappe verso il bilancio stabilmente riequilibrato. I numeri dei dipendenti sono ridotti all’osso e ogni procedura tende ad andare a rilento, da quelle per i progetti dei programmi di finanziamento e fino alle attività più complesse destinate al bilancio. Il sindaco, domani, cercherà di capire, nel corso di un altro incontro in sede ministeriale, se potranno esserci sbocchi per l’assunzione almeno di un dirigente. Ad oggi, i tentativi non hanno dato riscontro pratico. La prossima settimana, invece, ci sarà una verifica sul tema pure durante un tavolo in programma con i referenti locali di Eni. La questione principale sarà Macchitella lab e la necessità che la struttura, sotto diretta gestione comunale, inizi ad aprire le porte, dopo anni di attesa e con la finalità di un polo della formazione e universitario.
Da qualche tempo, però, il primo cittadino, attraverso note ufficiali, sta cercando di aprire un varco per lo sblocco di un fondo da un milione di euro dalle compensazioni. Sono somme che dovrebbero servire ad avere personale esterno, soprattutto professionisti, da destinare alle procedure per i progetti. Andrebbero a costituire una sorta di struttura tecnica temporanea, a supporto del personale dell’ente che non riesce a sostenere tutti gli adempimenti. Per Di Stefano, è prioritario avere una copertura economica di questo tipo, dato che le casse del Comune, in tempo di dissesto, non possono assicurare risorse. Senza una svolta decisa, passando dal percorso per il bilancio stabilmente riequilibrato, il pericolo è di assistere inermi alla costante riduzione del personale comunale, già decisamente sotto soglia.