Gela. Senza stipendi da aprile e tante difficoltà per non lasciare a secco i campi della piana.
Operatori senza stipendi. Al Consorzio di bonifica, come spesso capitato, si fa di necessità virtù. Il personale a tempo indeterminato è senza soldi da quasi tre mesi e le difficoltà non mancano. “Gli stagionali sono stati regolarmente avviati al lavoro – dice il direttore del consorzio Vincenzo Caruso – i lavoratori a tempo indeterminato, invece, stanno garantendo il servizio di irrigazione pur senza stipendi”. I trasferimenti regionali sono stati ridimensionati e le quote versate dai consorziati devono servire a far quadrare conti quanto mai precari. “Le difficoltà sono sotto gli occhi di tutti – continua Caruso – ringrazio i lavoratori che stanno continuando ad assicurare il servizio. Spero che si possano coprire gli arretrati prima possibile”. Ma al Consorzio i punti interrogativi non sono soltanto legati ai soldi. L’acqua scarseggia e, soprattutto, le dighe non operano a pieno regime. Fuori uso Comunelli, rimangono Cimia e Disueri. Niente da fare, invece, per l’acqua del Ragoleto, fino agli scorsi anni solo a servizio delle attività industriali di Eni. “L’uso dell’acqua del Ragoleto per usi agricoli – conclude Caruso – è un’ipotesi ancora lontana. Rientra negli accordi che sono stati conclusi da Eni e dalle istituzioni locali. Purtroppo, neanche le condizioni metereologiche ci aiutano”. Tra i campi della piana e delle altre aree rurali della città l’acqua scarseggia, ma abbondano le difficoltà.