Gela. Non dichiarando tutto agli inquirenti avrebbero favorito il gruppo della nuova stidda.
L’inchiesta “Agorà” e i successivi sviluppi. E’ arrivato il rinvio a giudizio anche per due imprenditori e un esercente che sono finiti davanti al giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Caltanissetta, insieme ai presunti stiddari che avrebbero nuovamente cercato di imporre un giro di messe a posto, anche attraverso assunzioni di favore. A processo, il prossimo dicembre, dovranno presentarsi gli imprenditori edili Angelo e Guido Cirignotta, Giuseppe Nocilla, Simone Nicastro, Giuseppe Caci, Umberto Barone, Salvatore Antonuccio e Giuseppa Palazzo. Il rinvio a giudizio è stato disposto dal giudice dell’udienza preliminare Marcello Testaquatra. Un verdetto che fa seguito alle richieste giunte dai pm della Dda di Caltanissetta. I difensori degli imputati, invece, hanno contestato le accuse. Gli imprenditori Angelo e Guido Ciringotta, difesi dall’avvocato Maurizio Scicolone, in più circostanze hanno escluso di aver mai favorito i presunti stiddari, anzi avrebbero provveduto a licenziare operai, successivamente risultati vicini al gruppo criminale. Inoltre, sono stati vittime di danneggiamenti e attentati incendiari nei cantieri avviati in città. A questo punto, dovranno chiarire la loro posizione direttamente davanti al collegio penale del tribunale. Nel procedimento, parte civile è l’associazione antiracket “Gaetano Giordano”, rappresentata dall’avvocato Giuseppe Panebianco. L’attenzione degli inquirenti si concentrò su quanto sarebbe accaduto in diversi cantieri edili della città, ma anche sulle mosse dei presunti stiddari che avrebbero messo nel mirino diverse attività commerciali. Tutto partì dall’inchiesta “Agorà” che consentì di avere uno spaccato più chiaro del processo di riorganizzazione del gruppo degli stiddari. Alle stesse accuse, ma davanti ad un diverso gup, devono rispondere Emanuele Palazzo, Carmelo e Orazio Curvà e Paolo Di Maggio. Nel pool di difesa, ci sono gli avvocati Maurizio Scicolone, Nicoletta Cauchi, Ivan Bellanti, Davide Limoncello, Salvo Macrì, Cristina Alfieri, Giovanna Zappulla, Guglielmo Piazza, Alfredo D’Aparo, Salvatore Vasta e Giuseppe Zampogna.