Gela. L’amministrazione comunale è andata ufficialmente in confusione
davanti al mare magnum degli immobili abusivi da dichiarare di pubblica utilità, atto essenziale per evitarne la demolizione.
Il sindaco ci sta e ritira l’atto. Al momento, i consiglieri sono chiamati a valutare il caso di sette immobili. Una procedura incagliata da oltre due anni. L’assessore Francesco Salinitro, nonostante le richieste che sono subito arrivate dall’aula, ha prima risposto di non voler ritirare l’atto, in attesa di presentare il regolamento, per poi proporre una sospensiva. Alla fine, però, la decisione l’ha presa il sindaco Domenico Messinese. Quindi, atto ritirato, in attesa del regolamento. C’è stata la necessità di un’improvvisata riunione e di uno stop di mezz’ora dei lavori d’aula. Messinese ha capito che era meglio fare l’occhiolino ai consiglieri e accontentarli. In periodo di sfiducia è sempre meglio votarsi al compromesso politico, non si sa mai. Il nodo del contendere è proprio il regolamento che non è ancora arrivato in aula. Le prime schermaglie sono partite dal capogruppo di Articolo 1 Carmelo Casano. “L’amministrazione e l’assessore Francesco Salinitro – ha detto – si erano impegnati a portare in aula il regolamento sugli immobili abusivi. Dov’è questo regolamento?”. Inizialmente, c’è stata tensione anche tra i componenti della commissione urbanistica. Il presidente Vincenzo Cascino ha, in prima battuta, chiesto di non trattare il punto. Una posizione non condivisa da Salvatore Gallo del Pd né dall’altro dem Guido Siragusa, ancora in commissione urbanistica in attesa del trasferimento a quella cultura. “Stiamo continuando a temporeggiare – ha detto Siragusa – ci sono però sentenze della Cassazione che non dovrebbero farci stare tranquilli. L’atto va votato, anche perché, potenzialmente, questi sette immobili, senza la dichiarazione di pubblica utilità, potrebbero essere demoliti già domani”. Diverse perplessità, soprattutto sui pochi dati tecnici a disposizione, sono state sollevate dal consigliere di Sicilia Futura Cristian Malluzzo. Per Giovanni Panebianco, invece, c’è la necessità che in aula arrivi il regolamento. “Tanti consigli di altri Comuni – ha detto – hanno fatto la scelta di valutare l’atto attraverso il regolamento”. Una nuova stroncatura della giunta è arrivata dal capogruppo del Movimento cinque stelle Simone Morgana. “Io non mi fido della gestione degli immobili che quest’amministrazione comunale potrebbe mettere in atto – ha spiegato – ci vuole un regolamento che definisca linee certe”. Dopo la pausa e la breve riunione, Messinese ha sentenziato, “ritiriamo l’atto”. In realtà, in aula non si è trovata l’intesa né per approvare l’aggiornamento degli oneri di urbanizzazione né per valutare le modifiche al regolamento di polizia mortuaria. Alla chiamata del presidente Alessandra Ascia, è mancato il numero legale.
“Su Agroverde Siciliano riferisca in aula”. Ad inizio seduta, intanto, il capogruppo del Pd Vincenzo Cirignotta ha chiesto ufficialmente che il vicesindaco Simone Siciliano, assente in aula, riferisca su quanto accaduto nella vicenda Agroverde, con le pesanti accuse rivoltegli da uno dei referenti di un’azienda interessata a rilevare l’intero progetto. Il vicesindaco, che ha negato quanto contestatogli, si sarebbe messo di traverso per favorire un altro gruppo, comunque interessato al progetto “Ciliegino”, da anni al palo. “Davanti a una vicenda tanto delicata – ha spiegato Cirignotta – il vicesindaco deve spiegare in aula”.