Gela. I ritardi e le inefficienze sono emersi durante l’audizione in commissione industria al Senato, sulla scorta di un’interrogazione proposta dal parlamentare M5s Pietro Lorefice. L’area di crisi e i progetti per nuovi investimenti sul territorio, ad oggi, si sono rivelati ben poca cosa. Il senatore, dopo la risposta del governo alla sua iniziativa, ha deciso di andare avanti, cercando di coinvolgere direttamente la presidenza della Repubblica. Ha chiesto un incontro ufficiale. L’area di crisi e l’accordo di programma erano stati delineati con l’ambizione di aprire le porte, con condizioni agevolate, ad investimenti per il rilancio e per l’occupazione, alternativi a quelli di Eni. Il primo bando affidato ad Invitalia ha condotto a conclusione un solo progetto. L’avviso bis, che avrebbe dovuto invertire la tendenza attraverso parametri meno rigidi e con una platea più ampia, si sta rivelando un insuccesso. Come ha comunicato Lorefice, valutando la risposta arrivata dal Ministero delle imprese, “su dodici richieste di finanziamento di progetti imprenditoriali, sette sono state scartate oppure oggetto di rinuncia da parte delle imprese stesse. Delle cinque rimanenti, soltanto una è stata ammessa, per un finanziamento di 987mila euro. In sostanza a più di un anno dal lancio del secondo avviso di Invitalia, finora è stato messo a terra solo il 4,5 per cento dello stanziamento complessivo per l’area di crisi di Gela”. Il senatore ha parlato di “una situazione inaccettabile”. Uno spaccato che non pare far intravvedere molti altri spazi. Ad ottobre, l’accordo di programma, con l’integrazione che aveva permesso una proroga, va a scadenza.
Non sono previste deroghe, fino ad oggi. Sarà possibile una nuova proroga? Lorefice sta cercando di attivare i canali istituzionali più importanti, con in testa quello che passa dalla presidenza della Repubblica. Il bilancio generale dell’area di crisi e degli investimenti è in rosso. Sul tavolo, ci sono ancora quasi tutte le risorse inizialmente stanziate, per circa 22 milioni di euro. Il senatore, di recente, ha incontrato il sindaco Di Stefano e la sua giunta per fare il punto della situazione sugli investimenti e sui progetti che passano dal contesto locale. Se non dovessero arrivare riscontri ad un’eventuale proroga, pure l’area di crisi si trasformerebbe nell’ennesimo buco nell’acqua per una città che stenta ad attrarre investitori e che non riesce ancora oggi ad uscire dalla nebbia fitta della crisi.