Gela. Anche l’amministrazione comunale, capeggiata dal sindaco Domenico Messinese, si è impantanata davanti alla vicenda legata al progetto Ciliegino,
presentato nel 2003 della cooperativa Agroverde presieduta da Stefano Italiano. Si sono defilati gli unici investitori con capacità finanziaria che, in cambio della concessione, avevano promesso di realizzare una variante del parco-fotovoltaico da 80 Megawatt, garantendo occupazione stabile nel comparto agricolo.
Un atteggiamento incomprensibile, quello mostrato dalla giunta Messinese, che di fatto ha ignorato la proposta della “Electric Energy Group” fatta recapitare al Comune il giorno dopo il tentativo degli investitori tedeschi, risultato vano perché privo della copertura finanziaria.
L’indice è puntato contro il vice sindaco Simone Siciliano, accusato da Luigi Mistretta (Electric Energy Group) di avere avviato segretamente una trattativa con una cordata romana, agendo più da professionista che da assessore e vice sindaco.
“Gela sta perdendo un’altra opportunità. Noi stiamo andando avanti con due diversi progetti. Uno a Ferrara e l’altro, fuori dal perimetro cittadino – assicura Mistretta – dove, grazie ad una politica più lungimirante, garantiremo 200 posti di lavoro sviluppando “Energy green house”, ovvero un parco fotovoltaico esteso in un’area di 70 ettari che con un investimento da 140 milioni di euro produrrà ortaggi e erbe aromatiche, tra zafferano, basilico e kiwi”.
Adesso l’azzardo avallato 4 anni fa anche dal presidente della regione, Rosario Crocetta, di garantire l’avvio degli espropri e dei lavori di sbancamento “per pubblica utilità” (senza fidejussione certa), mortificando una vasta area di 230 ettari e 343 lotti ricadenti nelle contrade Cappellania, Tenuta Bruca e Sant’Antonio, infognando i 40 proprietari e le imprese coinvolte, rischia di diventare una bomba ad orologeria per la giunta Messinese. .
“Il vice sindaco si è messo di traverso – accusa Mistretta – Dopo averci contattato ha contattato una nuova cordata, dice con capacità economica, ma resta un debito di 3,5 milioni di euro legato gli espropri mai sanati come evidenziato nella concessione edilizia.
Spero non ci sia un conflitto di interessi tra i suoi compiti istituzionali e quello da professionista”.