Gela. La sconfitta elettorale alle amministrative ha sostanzialmente rivoluzionato ruoli e rappresentanza consiliare per il centrodestra. Si riparte da poche certezze e un vero “tagliando” forse arriverà dopo l’estate. Il primo turno delle urne aveva illuso, con l’ingegnere Grazia Cosentino e i suoi alleati in testa, seppur di poco. Il ballottaggio è stato un ritorno piuttosto duro alla realtà, più o meno orientata da accordi sottobanco e intese spurie dell’ultimo momento. Un faccia a faccia, post-voto, non c’è stato, salvo che per prendere atto di intese istituzionali come quelle per la presidenza del consiglio comunale e ancora per le commissioni. I nodi politici della sconfitta non sono stati toccati, a partire da quello che ha originato la scissione e la corsa di due candidati a sindaco che si rivedevano nella medesima area politica, la stessa Cosentino e l’ex consigliere comunale di lungo corso Salvatore Scerra. Si riparte dalla leadership del neo deputato regionale Salvatore Scuvera? Ieri ha giurato all’Ars, prendendo il posto del decaduto Giuseppe Catania, sindaco di Mussomeli dichiarato ineleggibile. Potrebbe essere una prima traccia, capace in parte di controbilanciare il ruolo del forzista Michele Mancuso, che fino ad oggi è stato punto di contatto del centrodestra cittadino seppur il suo baricentro elettorale poggi quasi esclusivamente sul nord della provincia. A Scuvera qualcuno imputa il risultato, ritenuto non esaltante, di Fratelli d’Italia, che pur puntando sul progetto Cosentino ha dovuto incassare una sconfitta pure nel derby di centrodestra. La lista meloniana è arrivata dietro a quella dei berlusconiani di FI. Il risultato rimane ma la battuta d’arresto al ballottaggio ha dato un unico consigliere ad entrambi i gruppi politici. Sarebbe stato diverso se FdI avesse insistito su un candidato di bandiera? Il ruolo dell’ingegnere Cosentino, che non intende recedere dalla presenza al civico consesso, e quello del consigliere Angelo Caci (il più suffragato in assoluto alle amministrative), sono altri aspetti da valutare per il centrodestra. Nel dopo urne, entrambi non si sono sbilanciati né hanno avanzato indicazioni ufficiali per eventuali collocazioni nei partiti. Il centrodestra dovrà certamente capire se il patto con i moderati possa ancora valere. I renziani di Italia Viva, non lo nascondono, non si rivedono in quest’area politica. La loro è stata una scelta trainata dalla novità Cosentino, che si è comunque presentata come esponente civico.
Tra i dirigenti di Iv nessuno mette veti ad eventuali evoluzioni che possano condurli in altri contesti. Pure questo non è secondario. Nel centrodestra vogliono stare invece i cuffariani che insieme agli stessi renziani sono stati alla base dell’esperienza elettorale dell’ingegnere Cosentino. Il commissario Giuseppe Licata ha già incassato il sì del consigliere Giuseppe Guastella, che rimpingua il gruppo Dc all’assemblea cittadina, aggiungendosi alla new entry Armando Irti. Quello cuffariano è il gruppo più folto tra le fila dell’opposizione, almeno per ora. Forza Italia, i meloniani, gli esponenti Dc, i leghisti (il cui futuro passerà probabilmente dai programmi del leader siciliano Sammartino), le realtà civiche come quella che ha espresso i consiglieri Cosentino e Caci e ancora l’area centrista che strizza l’occhio al centrodestra, riusciranno a stare insieme, imbastendo un progetto alternativo a quello dei distefaniani, che hanno iniziato la loro esperienza alla guida della città senza troppi tentennamenti? Dopo la pausa estiva, probabilmente si inizierà a capire qualcosa in più. Per ora, non mancano le incognite e forse un vuoto di leadership, che sul fronte opposto pare invece saldamente tra le mani del sindaco Di Stefano.