Gela. “Una gestione economica garibaldina, spesso mancavano pezze di appoggio
e le casse dell’associazione Oasi club erano vuote. Così, venivano chieste quote ulteriori ai soci. Per questo motivo, l’ingegnere Renato Mauro venne allontanato. Non c’era più fiducia”.
L’immobile di via Rio de Janeiro. A tracciare uno spaccato di quanto accaduto nei rapporti tra l’associazione e la società Oasi del Golfo srl, ex proprietaria dell’immobile di via Rio de Janeiro, poi ceduto ad un privato, è stato l’ingegnere Ignazio Russo, funzionario comunale ed ex socio. Il professionista è stato sentito davanti al giudice Silvia Passanisi, nell’ambito del dibattimento che si celebra contro Saverio Di Blasi, Emanuele Amato e l’ex consigliere comunale Giuseppe Di Dio. L’ingegnere Renato Mauro, già direttore generale del municipio, è parte offesa dopo aver denunciato casi di presunta diffamazione. Sono stati i difensori dei tre imputati ad approfondire le vicende dell’ex Oasi club. “La struttura che valeva ben oltre due milioni di euro – ha continuato il testimone – venne svenduta a poco più di un milione di euro. Dopo essere stato estromesso dall’associazione, Mauro fece di tutto per ostacolarci, fino ad arrivare alla vendita dell’immobile. Nel corso del tempo, abbiamo accertato anche operazioni di acquisto effettuate tramite la società Oasi del Golfo srl che, in realtà, sarebbe dovuta servire solo a dare in affitto all’associazione la struttura di via Rio de Janeiro. Ci risultano acquisti di obbligazioni e di un immobile”. I legali di difesa, gli avvocati Salvo Macrì, Joseph Donegani e Liliana Bellardita hanno approfondito uno dei punti che viene contestato nelle accuse dei magistrati della procura, dopo la denuncia sporta dall’ingegnere Renato Mauro. In aula, è stato sentito anche un altro testimone che, nel dicembre di cinque anni fa, si trovava insieme all’ex direttore generale del municipio, quando sarebbe stato offeso da Saverio Di Blasi. “Ho sentito dei mormorii – ha precisato – Di Blasi aveva un atteggiamento non certo amichevole e scattava delle fotografie”.