Gela. Alle due della notte si stacca. L’ordinanza che risale
a quattordici anni fa, firmata dall’allora primo cittadino Rosario Crocetta, sta causando una vera e propria rivolta, per ora piuttosto silenziosa, tra gli esercenti della città.
La chiusura notturna. Ad essere penalizzati dall’obbligo di stop alle due sono soprattutto i gestori di locali e lidi notturni, più o meno l’anima della movida estiva. “Al sindaco l’abbiamo ripetuto diverse volte – dice il presidente della sezione locale di Confcommercio Francesco Trainito – quell’ordinanza è da superare, perché non adeguata alla nuova normativa sulle liberalizzazioni. E’ contro legge imporre un orario di chiusura. Qual è l’effetto? Tanti giovani, nel fine settimana, si spostano dalla città e raggiungono altri centri. A questo punto, siamo pronti a bloccare l’attività dei locali per il week end. In questo modo, ognuno potrà trarne le dovute conseguenze”. La stretta sugli orari di chiusura è accompagnata da una serie, piuttosto lunga, di verbali d’infrazione emessi dalle forze dell’ordine. “Il sindaco – spiega ancora Trainito – non può violare la legge, facendo leva sul fatto che l’obbligo di chiusura sia sostenuto dalla questura di Caltanissetta. Noi, intanto, impugneremo il provvedimento. Tanti esercenti che hanno investito in città temono per il futuro più immediato. Il paradosso, solo per fare un esempio, è che i lidi in territorio di Gela hanno l’obbligo di chiusura alle due, ma basta spostarsi in territorio di Butera per poter avere locali senza questo vincolo”. A supporto degli esercenti, c’è il gruppo consiliare del Partito Democratico che con una nota ufficiale ha chiesto al sindaco di rivedere l’ordinanza. “Questo provvedimento – si legge nella nota – scoraggia i titolari degli esercizi commerciali costretti a chiudere alle due, scoraggia l’apertura di nuove attività commerciali ed al contempo spinge i giovani amanti della movida notturna a spostarsi in altre città limitrofe, esponendoli ai rischi derivanti da possibili incidenti stradali”. La mano dura sulle chiusure sembra legata soprattutto a quanto accaduto negli scorsi mesi con risse, accompagnate dall’uso di armi, che hanno costellato gran parte della movida del fine settimana, soprattutto in centro storico.