Gela. Ambulanze fatiscenti, con troppi chilometri alle spalle e dotazioni carenti.
Monta la protesta dei pazienti e dei loro familiari, incolpevoli protagonisti di viaggi al limite dell’accettazione e pronti a sfogare la loro rabbia contro il personale ospedaliero.
L’ultimo episodio, in ordine di cronaca, legato al trasferimento di un paziente cardiopatico verso l’ospedale Ferrarotto di Catania, è stato denunciato da Massimo Bellone, segretario dipartimentale Uil e uno dei tre autisti in forza per la struttura di via Palazzi.
“Siamo costretti ad operare in condizioni precarie – accusa Bellone – Alla carenza di personale associamo la precarietà dei mezzi in dotazione. Prima di ogni trasferimento possiamo solo incrociare le dita e iniziare a sperare che non accada nulla all’ambulanza. A farne le spese, in prima persona, sono i pazienti. Oggi abbiamo trasferito un sessantenne cardiopatico con circa 40 gradi all’interno dell’abitacolo. Al nostro arrivo non sono mancate le accuse, argomentate, dai familiari dell’uomo. Si sono lamentati con il medico e l’infermiere”.
Il direttore generale dell’Asp cl2, Carmelo Iacono, dieci giorni fa, durante il sit-in promosso dal sindaco Domenico Messinese contro il declassamento della sanità gelese, aveva annunciato l’acquisto di una nuova ambulanza mai arrivata nel parco mezzi dell’ospedale di Caposoprano. “L’ambulanza usata per il trasferimento – incalza Bellone – è senza aria condizionata e ha percorso quasi 400mila chilometri in 14 anni. L’impianto frenante e gli sportelli non sono proprio efficienti”.