Gela. Per i magistrati della procura, quell’allaccio idrico abusivo non sarebbe sufficiente
a sostenere l’eventuale accusa in giudizio, anche perché, probabilmente, sarebbe l’esito finale di un estremo bisogno economico.
Le indagini. Così, hanno chiesto l’archiviazione delle accuse mosse ad una donna, ritenuta responsabile di quanto scoperto in un’abitazione nella zona di Sant’Ippolito. All’archiviazione, però, si sono opposti i legali della società Caltaqua. I vertici del gruppo italo-spagnolo, che gestisce il servizio idrico integrato in città, ritengono invece di aver subito un danno dall’allaccio abusivo e così si sono opposti alla richiesta di archiviazione. La questione verrà valutata dal giudice delle indagini preliminari che, la prossima settimana, dovrà decidere se accogliere la richiesta di archiviazione oppure disporre una possibile imputazione. Già all’inizio dell’indagine, il legale di fiducia della donna, l’avvocato Rocco Cutini, ha più volte sottolineato come l’allaccio abusivo sia stata la conseguenza di una situazione economica al limite. La donna scoperta durante i controlli, infatti, non avrebbe avuto a disposizione risorse economiche sufficienti per pagare allaccio e relative bollette idriche.