“Chimera”, in appello a settembre pg avanzerà le richieste: nell’inchiesta omicidi e droga

 
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Gela. Le richieste della procura generale, nel procedimento d’appello per i fatti dell’inchiesta antimafia “Chimera”, verranno formalizzate a settembre. L’attività investigativa si concentrò sul ruolo del gruppo stiddaro dei Sanfilippo di Mazzarino, legati per l’affare della droga ad un canale gelese. Oggi, i giudici della Corte d’assise d’appello di Caltanissetta si sono pronunciati su alcune richieste, soprattutto di produzioni documentali, avanzate dalle difese.

Un anno fa, il gup del tribunale di Caltanissetta dispose diverse condanne, comprese quelle all’ergastolo per il boss Salvatore Sanfilippo e per la moglie Beatrice Medicea, ritenuti responsabili degli omicidi di Benedetto Bonaffini e Luigi La Bella. Venne pronunciata condanna a sedici anni di reclusione per il gelese quarantenne Emanuele Brancato. Secondo gli inquirenti, era lui il riferimento della stidda mazzarinese per il traffico di droga. Fu confermata la contestazione mafiosa. Sul punto, come spiegò la difesa (sostenuta dall’avvocato Giacomo Ventura), c’erano stati annullamenti decisi dalla Corte di Cassazione. La consorte di Brancato è invece imputata nel procedimento ordinario, davanti al collegio penale del tribunale di Gela. Condanne furono emesse inoltre a diciassette anni e quattro mesi per Paolo Sanfilippo, considerato ai vertici del gruppo di mafia mazzarinese; quindici anni e sei mesi a Gianfilippo Fontana; quattordici anni e quattro mesi per Marco Gesualdo; dodici anni e otto mesi per Silvia Catania; nove anni e quattro mesi a Giuseppe Morgana; quattro anni e un mese per Paolo Di Mattia e Melina Paternò; quattro anni per Salvatore Di Mattia; quattro anni e dieci mesi per Salvatore Adamo Sanfilippo; quattro anni a Girolamo Bonanno (è caduta la contestazione di mafia come sostenuto dai legali Flavio Sinatra e Luca Cianferoni); due anni e otto mesi per Salvatore Giarratana; due anni a Gianpaolo Ragusa; un anno a Ludovico Bonifacio; nove mesi per Salvatore Strazzanti. Il giudizio di appello, per tutti gli imputati che optarono per il rito abbreviato, va avanti quasi in contemporanea al procedimento ordinario che davanti ai giudici del tribunale di Gela vede imputati altri presunti coinvolti, per i quali sono già state richieste pene assai pesanti.

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