Il voto condizionato dalla mafia a Niscemi, il legale dell’ex sindaco La Rosa: “I mafiosi lo detestavano…nessuna promessa di denaro”

 
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Niscemi. “Non c’è una sola intercettazione, agli atti di indagine, che colleghi l’ex sindaco Francesco La Rosa a promesse di denaro a chicchessia”.


“I mafiosi lo detestavano”. E’ il suo legale di fiducia, l’avvocato Giuseppe D’Alessandro, a comunicare le prime reazioni dell’ex primo cittadino di Niscemi, arrestato a conclusione del blitz “Polis”. La Rosa è attualmente agli arresti domiciliari, in attesa di essere interrogato dai magistrati. L’indagine della Dda di Caltanissetta, eseguita dai poliziotti della mobile e dei commissariati di Gela e Niscemi, è tutta imperniata su un presunto scambio politico-mafioso durante la campagna elettorale che portò La Rosa a diventare sindaco. “Non vi è alcun colloquio o incontro con personaggi mafiosi, i quali detestano con espressioni forti ed ingiuriose l’ex sindaco per il suo impegno antimafia – spiega ancora in una nota l’avvocato D’Alessandro – il tutto per come si legge nelle intercettazioni riportate nell’ordinanza”. Per questa ragione, l’ex sindaco finito ai domiciliari ribadisce “di avere grande fiducia nella magistratura, sicuro di potere dimostrare al più presto l’assoluta estraneità ai fatti”. Oltre all’ex sindaco, l’indagine ha coinvolto l’ex consigliere comunale della sua lista e assessore della giunta, il professionista gelese Carlo Attardi, il padre Giuseppe Attardi, Salvatore Ficarra e Francesco Spatola, Francesco Alesci, Salvatore e Giuseppe Mangione e il boss Giancarlo Giugno.

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