“Io irregolare? Asi e Comune non sanno di cosa parlano!”, Romano non ci sta

 
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Gela. “Non pago l’affitto del capannone? Questo è veramente assurdo. Da quattro anni, aspetto ancora che mi propongano la firma di un contratto. A questo punto, sto anche pensando di chiudere e accettare una grossa proposta giuntami dal nord”.

Giovanni Romano, titolare dell’azienda La frutta d’oro srl, risponde agli accertamenti avviati sia dai funzionari di Palazzo di Città che da quelli dell’Asi.
“Questa è una città difficile da capire. Mi hanno affidato, dopo avermi sfrattato dalla sede di via Generale Cascino, una specie di macchina scassata e, dopo quanto ho speso per rimettere a nuovo il capannone, mi si accusa di approfittarne? Adesso, comunque, partiranno le denunce”.
In sostanza, Romano esclude di trovarsi in una posizione di privilegio ma, al contrario, si ritiene vittima della burocrazia locale.
“Ho chiesto – spiega – che per l’uso del capannone mi si offrisse un contratto d’affitto. Prima del caos creato per l’area del nuovo tribunale, pagavo circa seimila euro all’anno d’affitto alla famiglia Calafiore nella sede di via Cascino. Dopo il trasferimento forzato, ho perso buona parte del guadagno che riuscivo ad ottenere nei precedenti magazzini. Nell’area industriale, infatti, i clienti arrivano con difficoltà. Nonostante tutto, ho rimesso in piedi una struttura che era completamente distrutta. L’ho fatto solo con i miei soldi”.
Da tempo, l’esercente chiede spiegazioni agli uffici comunali circa la mancata risposta alle sue richieste di rientrare nell’area del mercato ortofrutticolo di via Niscemi.
“Si tratta – continua – di un’altra assurdità. Le domande per accedere ai box sono state redatte dallo stesso consulente. Solo le mie non hanno ricevuto risposta. Nonostante tutto, continuo a pagare la tarsu su due box che non utilizzo”.
Romano, inoltre, nega qualsiasi contrasto con altri operatori dello stesso settore. “Personalmente – conclude – pago oltre quattromila euro di imu all’anno per questo capannone dell’Asi dato in affitto al comune. Evidentemente, chi pone dei dubbi sulla mia attività dovrebbe prima valutare le proprie condotte e darsi qualche risposta”.
La questione del capannone dell’area industriale dato in uso all’azienda di Giovanni Romano, quindi, sembra tutt’altro che risolta.

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