La “guerra” al porto isola, il Tar smentisce la capitaneria di porto: “Vanno concessi gli atti richiesti dall’Archimede”

 
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Gela. Gli atti richiesti dai vertici della società siracusana Archimede dovevano essere rilasciati. Così, i giudici del Tribunale amministrativo di Palermo entrano nuovamente nel conflitto, non troppo a bassa intensità, che sta andando in scena al porto isola Eni.


“L’accesso agli atti va consentito”. Ad inizio anno, dopo che la capitaneria locale ha autorizzato l’attività antincendio e antinquinamento anche della società palermitana Vigilanza soccorso, i vertici di Archimede si sono rivolti al comandante Pietro Carosia, chiedendo ufficialmente di poter accedere agli atti. Avrebbero voluto verificare la sussistenza di tutti i requisisti necessari al rilascio dell’autorizzazione alla nuova società. Dalla capitaneria di porto, però, è arrivato un secco no. La richiesta di accesso agli atti non sarebbe stata fondata su concreti interessi. I giudici del Tar di Palermo, però, hanno dichiarato illegittimo il diniego. “Leggendo l’istanza di accesso inoltrata dalla ricorrente – si legge nella sentenza emessa dai giudici amministrativi – in un’ottica non meramente formalistica, come è corretto fare, è chiaro che l’interesse all’accesso agli atti richiesti deriva dall’avere riscontrato nel porto di Gela un altro operatore che svolge attività in concorrenza con la stessa ricorrente e di volere quindi verificare la legittimità di tale presenza, al fine di poter eventualmente tutelare i propri interessi. Tale ricostruzione risulta evidente e non è chiaro come il comandante del porto di Gela, che è ovviamente a conoscenza dell’attività svolta dalla ricorrente, abbia potuto ritenere che, dall’istanza inoltrata, non potesse evincersi l’interesse che la supportava”. Insomma, i dubbi sollevati dai vertici dell’Archimede ricevono, adesso, pieno accoglimento dai magistrati del Tar. I funzionari della capitaneria di porto dovranno consentire l’accesso agli atti. La decisione che arriva da Palermo è solo uno dei capitoli di una vicenda che, la scorsa settimana, ha condotto alla sospensione dell’autorizzazione rilasciata dalla capitaneria proprio alla palermitana Vigilanza Soccorso antincendio.

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