Gela. La prescrizione ha coperto gran parte del compendio accusatorio sintetizzato nelle contestazioni mosse ai coinvolti nell’inchiesta sulla Rsa Caposoprano. La conferma è arrivata dal dispositivo letto in aula dal presidente del collegio penale del tribunale Miriam D’Amore (a latere i giudici Eva Nicastro e Martina Scuderoni). Sono stati assolti invece, dalle accuse di corruzione, l’ingegnere Renato Mauro, ai vertici della società che controlla la struttura sanitaria e già dirigente e direttore generale del Comune (la richiesta di condanna era a tre anni e sei mesi di detenzione), l’ex consigliere comunale e dirigente di Fratelli d’Italia Sandra Bennici, a sua volta con ruoli nella società (anche per lei la richiesta era a tre anni e sei mesi) e i dirigenti Asp Luigia Drogo (la richiesta di condanna era a tre anni) e Calogero Buttiglieri (per la sua posizione erano stati indicati due anni e otto mesi). “Il fatto non sussiste”, questo il contenuto del dispositivo in attesa delle motivazioni che saranno depositate nell’arco di novanta giorni. La condanna, sempre per corruzione, era stata richiesta, a due anni e otto mesi, anche per il neo consigliere comunale del Pd Giuseppe Fava, in passato già presidente del civico consesso. Il collegio ha dichiarato l’assoluzione. Per Mauro, Bennici, Drogo, Fava e Buttiglieri, altri capi sono stati ritenuti prescritti. Prescrizione inoltre per funzionari comunali e professionisti, Salvatore Lombardo, Davide Giordano, Raffaella Galanti, Donato Fidone, Isidoro Bracchitta e Gaetano La Bella. La procura, attraverso il pm Luigi Lo Valvo, anche nelle repliche odierne, ha ribadito che un presunto patto corruttivo ci fu, finalizzato a favorire l’accreditamento regionale della Rsa. “Venne abbattuta ogni barriera tra controllato e controllore”, ha confermato principalmente riferendosi al rapporto ricostruito dagli inquirenti tra i responsabili della residenza sanitaria assistita e i dirigenti Asp. Fra le contestazioni prescritte, quelle su presunte irregolarità edilizie ed urbanistiche.
Le difese invece hanno negato legami finalizzati ad agevolare l’accreditamento e contestato in toto il contenuto della consulenza tecnica sul punto delle ipotizzate irregolarità urbanistiche. Il non doversi procedere era stato già accertato per altri due coinvolti, Sebastiano Macchiarella e Michele Burgio, del comando provinciale dei vigili del fuoco. Erano usciti dal giudizio. Parti civili sono state Comune e Asp, con i legali Gabriella Ganci e Giacomo Butera. Tra i legali di difesa, ci sono gli avvocati Giacomo Ventura, Antonio Gagliano, Maurizio Cannizzo, Joseph Donegani, Emanuele Maganuco, Rocco La Placa, Rosario Giordano, Michele Aliotta, Davide Anzalone, Rocco Guarnaccia, Alfredo D’Aparo e Giuseppe Cammalleri.