Gela. “Una mobilitazione di massa dell’intera città”, la continuano a chiedere i segretari generali provinciali di Cgil, Cisl e Uil in vista dello sciopero di lunedì 28 luglio. Ignazio Giudice, Emanuele Gallo e Vincenzo Mudaro spingono tutte le categorie a scendere in piazza in difesa del lavoro.
Allo stesso tempo, non trascurano di denunciare un clima fatto di sospetti ed eccessive “attenzioni” da parte della prefettura e delle forze dell’ordine. “Per la prima volta – scrivono – i sindacalisti ricevono le prescrizioni ed i lavoratori le precettazioni in maniera anomala e di certo questo non aiuta il governo di una vertenza già complicata proprio a causa delle politiche industriali che Eni ha messo improvvisamente in campo in una terra, Gela ma anche la Sicilia, già fortemente provata dalla disperazione della disoccupazione giovanile ed intellettuale ed in tutto ciò con una robusta presenza mafiosa”.
Da giorni, i sindacalisti di tutte le categorie coinvolte nella vertenza battono i quartieri per informare rispetto al corteo di lunedì che partirà, alle 9:30, dal museo regionale della zona di Molino a Vento per raggiungere piazza Umberto I. Ma la sensazione che il fronte sindacale, nel corso di questi lunghi giorni di protesta, si sia decisamente inclinato è dimostrata dalla scelta appena adottata dei sindacalisti dell’Ugl.
I vertici del sindacato, infatti, martedì 29 luglio organizzeranno, in contemporanea alla manifestazione nazionale di Roma, un sit in davanti la fabbrica di contrada Piana del Signore per dire no alla chiusura o all’eventuale ridimensionamento. Un’iniziativa che non vede la partecipazione della triade di Cgil, Cisl e Uil, proiettata invece allo sciopero romano fissato per il giorno successivo a quello cittadino del 28 luglio.
Nelle ultime ore, i sindacalisti dell’Ugl hanno pubblicamente condannato un presunto tentativo di isolamento messo in campo dalle altre sigle. “L’iniziativa – spiega il segretario provinciaale dell’Ugl chimici Andrea Alario – non vuole escludere nessuno. Avremo il neo segretario generale nazionale Geramia Mancini. Saremo in piazza anche il 28 luglio per senso di responsabilità nei confronti di tutti i lavoratori. Noi proseguiamo con dignità il nostro cammino e respigiamo qualsiasi tentativo di dividere che, inevitabilmente, danneggia solo i lavoratori”.
A fianco dei lavoratori in sciopero, in ogni caso, si schiera l’associazione Libera. “La chiusura del sito locale – spiega il responsabile Giuseppe Spata – appare legata più a ragioni ideologiche, dato che il rapporto con il territorio non è mai stato idilliaco e non poteva essere diversamente, che strategiche. Non si chiude una delle più grandi raffinerie d’Europa nel cui territorio si estrae il settanta percdento del greggio prodotto in Italia. In questi giorni, abbiamo sentito, da più parti, suggerire ed indicare soluzioni alternative alla chiusura, la produzione di biodiesel è una di queste. Sarebbe solo un palliativo, una soluzione di comodo che riaprirebbe la crisi nel giro di pochi anni. L’unica soluzione percorribile, a nostro avviso, è quella di realizzare in città, così come fatto a Sannazzaro, l’Impianto Est di tecnologia Eni che consente di lavorare e riutilizzare gli scarti della raffinazione”.