Gela. “Era stato invocato il rinnovamento, dando spazio anche a consiglieri comunali molto giovani. Invece, questa vicenda degli incarichi non fa fare una bella figura né al Megafono né al presidente Rosario Crocetta”.
“Non è classe dirigente”. L’ex crocettiano Antonio Torrenti, eletto in consiglio comunale con la lista del Megafono, e adesso indipendente dopo aver divorziato dagli uomini del presidente, boccia il sistema della fedeltà ripagata. Il capogruppo del Megafono Sara Bonura, da luglio, assumerà un incarico, triennale, all’ufficio contro il dissesto idrogeologico. Istruttore negli uffici regionali, su indicazione politica, dopo aver partecipato ad un bando, con scelta a base fiduciaria. “Non contesto quest’ultimo episodio – dice ancora Torrenti – quanto un modo di far politica che allontana sempre di più noi consiglieri dalla città. Probabilmente, avevamo l’illusione di essere davanti a nuove leve della classe dirigente locale. Così, però, non è stato. In tutto questo, il presidente Crocetta non muove un passo né bacchetta i suoi. In una fase di crisi economica drammatica, non sono questi i messaggi che dovrebbero passare”. Torrenti ha scelto di lasciare il Megafono dopo aver contestato i metodi di gestione del partito e l’eccessiva assenza del leader, in questo caso il presidente della Regione Rosario Crocetta. “Nel Pd, perlomeno, ci sono tanti scontri interni – conclude – ma non si toccano mai simili livelli. Così, perde tutta la politica”.