Porto, presunte irregolarità nei lavori di sette anni fa: in aula, “sabbie erano pulite”

 
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Gela. Per la procura ci furono irregolarità principalmente nelle fasi di movimentazione e deposito delle sabbie, durante gli interventi che sette anni fa servirono a realizzare un canale interno al porto rifugio, per consentire alle imbarcazioni di accedere e di uscire dal sito, ancora oggi insabbiato. In settimana, davanti al collegio penale del tribunale, è stato sentito, in qualità di testimone, l’allora coordinatore sicurezza in fase di progettazione. Ha riferito dei lavori per la riprofilatura del canale e dell’ammanimento delle sabbie nell’area a ridosso del porto rifugio. “Non risulta che fosse prevista la copertura con un telo”, ha spiegato. L’attività di indagine si concentrò inoltre sulla caratterizzazione. In aula, nel corso dell’udienza, un responsabile di Arpa ha spiegato che si trattava di “sabbie pulite”. Sono a processo due funzionari regionali che in quel periodo si occupavano dell’iter, Matteo Bonfiglio e Gaetano Calafato. Per le difese, non ci furono anomalie in quel tipo di attività. Le sabbie furono collocate in un’area di circa seimila metri quadrati.

In aula, si tornerà il prossimo gennaio e il collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore, vuole inoltre valutare l’eventuale prescrizione. Un procedimento che va avanti mentre proprio nell’ultimo periodo, nel sito portuale, è stato ultimato un nuovo intervento di riprofilatura del canale interno, in attesa di un dragaggio complessivo che appare ancora decisamente distante dal concretizzarsi.

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