Gela. La strategia della coalizione a sostegno del sindaco Terenziano Di Stefano non pare destinata a patire troppi scossoni rispetto a quelli che sembrano presupposti già acquisiti. Il primo cittadino, immerso per intero nel susseguirsi di priorità amministrative assai stringenti a partire dalla crisi idrica, punta alla piena condivisione nelle decisioni. Entro lunedì saranno note le deleghe che verranno attribuite a tutti gli assessori. Di Stefano ha già avanzato le sue proposte e attende riscontri dagli assessori e dai loro gruppi. La rappresentanza è assicurata a tutti gli alleati. Con la proclamazione dei consiglieri eletti è evidente che le attenzioni strategiche dovranno passare anche dall’assise civica. La prima convocazione potrebbe concretizzarsi a metà luglio. Le valutazioni degli alleati sono proiettate pure in quella direzione. La maggioranza progressista-civica tenterà, in virtù dei numeri, di non farsi scappare la presidenza del consiglio, una prima parziale prova di tenuta politica. I civici di “Una Buona Idea” esprimono il primo cittadino e leader della compagine che ha vinto le elezioni. Pare che dem e grillini possano mirare alla presidenza dell’assise. Non ci sono riferimenti ufficiali ma tra i pentastellati potrebbe prendere quota il consigliere riconfermato Paola Giudice, già vicepresidente dell’aula.
I grillini, che in giunta schierano l’avvocato Simone Morgana, potrebbero puntare su un altro legale con esperienza amministrativa, come appunto Giudice. In casa dem, invece, pare che guardi con interesse alla presidenza il neo eletto Giuseppe Fava, che ritorna in consiglio dopo l’ultima esperienza risalente alla sindacatura Fasulo. Proprio in quella fase ricoprì il ruolo di presidente del consesso istituzionale. Al momento, non pare possano emergere competizioni interne nella maggioranza appena entrata in municipio a seguito di una vittoria elettorale inizialmente poco pronosticabile. Di Stefano mira con convinzione ad una piena condivisione di intenti e cercherà di mediare tra le aspettative dei suoi alleati, senza forzare la mano.