Gela. Attrezzi da lavoro rubati nella sede aziendale e ripiazzati su un sito di vendite on line. La condanna è arrivata per l’ex dipendente di una società locale, impegnata in diversi settori, a cominciare
dall’accalappiamento dei cani randagi e da quello dei rifiuti.
I furti scoperti dall’imprenditore. Il giudice Tiziana Landoni, alla fine, ha accolto per intero le richieste giunte dal pubblico ministero Tiziana Di Pietro. L’imprenditore, titolare dell’azienda, si è costituito parte civile, con il legale Alessandra Greco che ha sottolineato come tutti gli elementi d’accusa conducessero proprio all’operaio, a cominciare dal contatto telefonico inserito sul sito di vendite on line. La difesa, sostenuta dall’avvocato Giovanni Cannizzaro, ha invece messo in dubbio quanto sostenuto dal pm. Per il legale, la vicenda delle attrezzature rubate sarebbe stata solo un pretesto, finalizzato al successivo licenziamento di Emanuele C. Alla fine, però, il giudice ha emesso un verdetto di condanna nei confronti dell’imputato.