Meme e tifo da stadio, il ballottaggio tira fuori il peggio della campagna elettorale

 
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Gela. Non era ancora successo, ma era solo questione di tempo e, con il turno di ballottaggio che incombe e con gli apparentamenti veri o presunti che man mano si sono delineati, è venuto a galla il peggio delle campagne elettorali.

Diminuiscono gli spazi di confronto sui temi e i motivi dominanti dei discorsi diventano prepotentemente la denigrazione dell’avversario, la delegittimazione feroce dei competitor ridotti a nemico e la demonizzazione contro la persona.

Oppure, nella sua versione più blanda e fintamente bipartisan, la messa in ridicolo di chi rischia di catturare i voti dell’altro. Pratica senz’altro legittima, visto che l’asprezza di una campagna elettorale non sempre permette il fair play, e considerato anche che tra i candidati, di buoni motivi, per rendersi ridicoli e per farsi ridicolizzare spesso purtroppo ne vengono fuori parecchi.

E allora via ai meme, l’arma di distrazione di massa per eccellenza del millennio, spazio alle grafiche dai toni accattivanti con il faccione del “nemico” ben stampato in primo piano accompagnato magari da uno slogan tagliente.

Una tecnica di comunicazione sfruttatissima, nella quale il concetto portante diventa “Votate per noi, non perché siamo i Migliori, ma perché gli altri sono Peggiori”.

L’ultimo caso, solo in ordine di tempo è quello che sta vedendo coinvolti il M5S a sostegno di Terenziano Di Stefano, da un lato, e la Dc a sostegno di Grazia Cosentino dall’altro.

È di qualche giorno fa un meme, nel quale campeggiano i volti della candidata a sindaco, del parlamentare Ars azzurro Michele Mancuso e dell’ex Governatore Totò Cuffaro, accompagnati da una didascalia eloquente, “Se vincono loro, Gela diventerà una colonia del Leader democristiano”

Sintesi perfetta di quanto dichiarato nei giorni precedenti dallo stesso Vicepresidente vicario dell’Ars, il pentastellato Nuccio Di Paola, che ha presentato il voto a Di Stefano come unica arma utile per evitare che “la città possa finire in mano a Cuffaro”. Per Di Paola, infatti, la candidatura dell’ingegnere Cosentino porterebbe soprattutto la firma dell’ex presidente della Regione.

Stessi argomenti ma dall’altra sponda, quelli riassunti nel meme che vede invece il candidato a sindaco Terenziano di Stefano, assieme all’ex parlamentare Dem Lillo Speziale e allo stesso Di Paola. In questo caso, secondo gli anonimi autori, se Terenziano dovesse vincere, la città verrebbe riconsegnata ad una fantomatica “sinistra”, (il compianto Giorgio Gaber si starebbe rivoltando nella tomba), con tanto di falce e martello in primo piano.

Una divisione di campo, di guareschiana memoria, talmente netta quanto semplicistica che ancora una volta relega in un cantuccio progetti e programmi e pensa in questo modo di attrarre più facilmente i voti mediante la separazione tra Bene e Male, bianco e nero, buoni e cattivi.

Una mancanza di rispetto bipartisan per una città e per l’intelligenza degli elettori che invece oggi chiedono altro, a partire dalle certezze sul futuro immediato, che racconta di un dissesto finanziario da affrontare, di una crisi idrica sempre più incombente e di una comunità in cui i problemi da risolvere dovrebbero essere all’ordine del giorno di tutte le forze politiche in campo.

Eppure gli argomenti più frequentati in questi giorni sono quanto di più lontano da ciò che gli elettori indecisi, i recalcitranti, i delusi si aspetterebbero per essere convinti a recarsi ai seggi il prossimo 23 e 24 giugno

E se tutto si riduce a questo, quanta noia rischierà di sommergere gli elettori, già molto riluttanti a dare il loro consenso a uno dei due candidati in lizza? Quanto alto è il rischio che tutto si riduca solo ad una questione tra tifosi?

Lo scopriremo tra poco meno di una settimana, augurandoci che il risultato, qualsiasi esso sia, sia finalmente una vittoria per la città.

 

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