Gela. Il regolamento che definisce le linee principali per l’affidamento in gestione è stato approvato anche in consiglio comunale.
I beni da assegnare. Al momento, però, è tutto fermo. Nessuna assegnazione, a privati o associazioni, di beni confiscati ai gruppi mafiosi locali, già acquisiti al patrimonio indisponibile del Comune. “Dopo l’approvazione del regolamento – dice l’assessore Francesco Salinitro – i tecnici verificheranno alcuni dettagli tecnici. Fino ad ora, comunque, non ci risultano richieste arrivate in municipio da privati o associazioni che intendano gestire questi beni”. In base ai dati resi pubblici dagli uffici del municipio, sono ventuno i cespiti passati dal controllo degli esponenti di stidda e cosa nostra a quello dell’ente comunale. Beni, sia edifici che terreni, da destinare ad una riconversione che possa generare nuova economia e spazi sociali. Il regolamento, predisposto dai componenti della commissione comunale affari generali, insieme ai tecnici del municipio e agli associati dell’antiracket “Gaetano Giordano”, prevedeva un minimo di tre anni di gestione, da affidare ad associazioni senza fini di lucro. Periodo che, eventualmente, potrà essere prorogato. Per i gestori dei beni, è previsto comunque l’obbligo di relazionare periodicamente rispetto alle attività svolte. Atti sottoposti ad una commissione interna a Palazzo di Città, da trasmettere successivamente ai funzionari della prefettura di Caltanissetta. “Non appena si concluderà la fase di valutazione tecnica – spiega ancora Salinitro – sarà nostro dovere emettere avvisi pubblici, per fare in modo che arrivino offerte di gestione dei beni”. Il nodo principale da scogliere, comunque, rimane sempre quello delle quote di proprietà sui singoli beni. Spesso, solo una parte degli immobili è riconducibile agli esponenti dei clan mentre le altre sono escluse dalla procedura di confisca.