Gela. Dopo la condanna, confermata in appello, per le vicende dell’inchiesta “Parenti serpenti”, il ventottenne Giovanni Rinzivillo voleva costituirsi in carcere. Per lui, però, è scattato l’arresto.
Arresto convalidato. La condanna, seppur confermata, non è ancora definitiva. Così, è stato fermato dagli agenti di polizia penitenziaria del carcere di Balate, ai quali si era rivolto proprio per costituirsi. Adesso, rimarrà a Balate perché il giudice Ersilia Guzzetta ha convalidato il fermo. Il pubblico ministero Eugenia Belmonte ha chiesto la custodia cautelare in carcere, accolta dal giudice. Il difensore di fiducia di Rinzivillo, l’avvocato Maurizio Scicolone, ha cercato di ridimensionare l’accaduto. Si sarebbe trattato solo di un momento di delusione del giovane, peraltro già sottoposto agli arresti domiciliari. La linea difensiva, però, non è passata e il rito per direttissima proseguirà nei prossimi giorni.