Gela. L’ex parlamentare Ars Miguel Donegani non risparmia nessuno nell’ultimo comizio della campagna elettorale. “Non ho bisogno di un leggio né di leggere discorsi scritti – ha detto subito – quando si vive la città i temi si dovrebbero conoscere a memoria. E’ imbarazzante”. Il riferimento è al candidato del patto largo centrodestra-moderati Grazia Cosentino che poco prima ha concluso il suo comizio. “Il centrodestra a questa città ha sottratto centoventi milioni di euro – ha detto dal palco – sono un candidato che risponde alle dinamiche della città e non dei partiti. Il ponte sullo stretto di Messina non si può fare con i soldi dei siciliani”. Al Pd lo ha detto chiaramente. “Lo scorso anno non appoggiai Caterina Chinnici alle regionali, ero con Claudio Fava e ho avuto ragione. Oggi, Chinnici è candidata alle europee con Forza Italia”, ha continuato. Crisi idrica, rifiuti e una città in difficoltà, sono alcuni dei passaggi di Donegani.
“La città non è pulita – ha detto ancora – non può esserci una città di serie A e una di serie B. Non possiamo avere un sindaco controllore e controllato nella gestione del servizio rifiuti. Ci sono uomini liberi come me che vogliono amministrare. Dall’altra parte, ci sono sacche di potere e candidature imposte anche al consiglio comunale. Il voto libero è quello che chiediamo per la fiducia e per la stima. Senza azioni coercitive. Una campagna elettorale non può essere messa sotto condizionamento”. Donegani non ha dimenticato il servizio idrico e le “assunzioni chieste da una politica ora sopita davanti ai tanti disservizi”. “Non si può morire di liste d’attesa”, ha detto ancora sulla sanità ricordando le battaglie di un cittadino comune come Crocifisso Moscato. Per Donegani, la scuola deve avere un ruolo primario, “riapriremo l’istituto Enrico Solito”. La ripresa della cultura e dei siti archeologici non va trascurata, per il gruppo di “PeR”. “Con noi abbiamo un maestro riconosciuto a livello internazionale. Iudice – ha aggiunto – riapriamo la città alla bellezza”. “La piazza la affrontiamo perché non abbiamo niente da nascondere – ha concluso – non abbiamo responsabilità sul dissesto. Come hanno fatto a portare la città al dissesto con sessanta milioni di euro in cassa? Ci sono anche le royalties. Abbasseremo subito la Tari, incentivando la differenziata che ha superato il 65 per cento. Prendiamo un milione di euro dal Conai e si può abbassare la tariffa gradualmente”. Donegani insiste sul “voto libero” e si pone come alternativa ai partiti che non hanno risposto al suo appello.