Droga, armi e reperti archeologici: indagati davanti al gip, si sono difesi dalle accuse

 
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Gela. L’indagine ha portato i poliziotti del commissariato e i pm della procura ad individuare un presunto giro di spaccio di droga, in città. Gli inquirenti hanno inoltre accertato la disponibilità di armi. Davanti al gip del tribunale, sono stati sentiti i coinvolti raggiunti da misure, proprio per questi fatti. Il trentasettenne Carmelo Di Dio viene considerato come il presunto punto di riferimento (sono stati ritrovati pure reperti archeologici a lui riconducibili). Già lo scorso anno, erano stati sequestrati quantitativi di droga, armi e munizioni. Sia lui che la consorte trentatreenne sono assistiti dal legale Cateno Di Dio La Legge. Ritengono di poter chiarire le rispettive posizioni.

Hanno respinto gli addebiti sulla presunta consegna di un fucile proprio a Di Dio, sia il venticinquenne Crocifisso Daniel Famà (attualmente ai domiciliari) sia il trentunenne Nunzio Tilaro, rappresentati dagli avvocati Giovanna Cassarà, Calogero Giardina e Gianmarco Cammalleri. Hanno riferito che quella individuata dagli investigatori non sarebbe stata un’arma ma tutt’altro. Famà ha anche negato alcuni episodi di spaccio che gli vengono contestati. Secondo gli investigatori, avrebbero comunque avuto rapporti con Di Dio. Non si esclude che i coinvolti possano rivolgersi ai giudici del riesame.

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