Gela. Perché il Presidente della Regione Siciliana , Rosario Crocetta , ha ostacolato la costruzione dell’aeroporto di Ponte Olivo a Gela?
Perché l’onorevole Salvatore Aldisio non ha voluto che si costruissero autostrade nel mezzogiorno d’Italia e particolarmente in Sicilia?
L’aeroporto era un progetto nato nel consiglio di amministrazione della Banca di Credito Cooperativo del Golfo di Gela, in uno stato di avanzamento del progetto che lasciava ben sperare per il nostro territorio. Ma il padre dell’economia gelese, Rosario Crocetta, ha preferito sostenere il progetto della città di Comiso piuttosto che quello di Gela, che avrebbe sicuramente portato uno sviluppo non indifferente nel nostro territorio assieme al progetto della Banca Obiettivo, fondamentale per la crescita del contesto territoriale locale.
Visto che il presidente della Regione si era prodigato per fare chiudere lo stabilimento del gruppo Eni, che tanto disastro ha provocato all’economia gelese prettamente basata sull’agricoltura, non ha ritenuto utile avviare altre attività.
Questa industrializzazione senza sviluppo, voluta dai colonizzatori nordisti, ha provocato nel nostro territorio un disastro ambientale di tale proporzioni che non basteranno altri cento anni per riportarlo alla normalità.
Sulla banca, non sprechiamo tante parole, perché per i politici miopi che non vedevano ricavi personali, bisognava non prenderla in considerazione. Siamo contenti e felici che tutte le banche possono nascere e incrementarsi nel nord Italia, perché con la crisi attuale non resta spazio per i popoli colonizzati.
Lo stesso discorso animò il siciliano Salvatore Aldisio nel piano “sud a perdere” non riteneva prioritarie le grandi arterie di scorrimento per il mezzogiorno: tutto ciò che è indispensabile al Centro Nord è superfluo al Sud.
Un’idea che si ripropone in molte forme (vedi ponte sullo stretto di Messina), con immutata sostanza.
Nel testo di Carlo Levi, relegato dal fascismo in Lucania, Cristo si è fermato ad Eboli, rimane chiaro il significato del perché tutte le eccellenze si sono fermate a Napoli. L’autostrada Salerno – Reggio Calabria il cui appalto viene affidato a imprese del Centro Nord e solo qualche sub appalto a imprese (anche in odor di mafia) del Sud, la lungaggine ha avuto una sola giustificazione: il finanziamento della mafia. Gli appalti vengono aggiudicati, ad imprese del Nord, perchè sono più grandi e preparate dimenticandosi di quelle che c’erano prima che “i liberatori “ venissero a distruggere il Mezzogiorno, le strade con i ponti in ferro erano state fatte nel Regno delle Due Sicilie 50 anni prima che apparissero in Europa. Cerio l’IRI (istituto per la ricostruzione industriale) finanziò tutte le imprese decotte del Nord, con tutti i nostri soldi e teneva per sé solo le autostrade che gestiva, i governi successivi liquidarono sia l’IRI che l’IMI. Il nostro paese nel 1923 era primo in Europa per estensione della rete autostradale a sud solo la Napoli-Pompei.
Il fascismo costruisce più di quattromila chilometri di strade in Africa e nel 1952 il nuovo piano ANAS che cancellava la costruzione di tutte le autostrade da Salerno in giù, nonostante i progetti prevedessero costruzione di autostrade sino a Reggio Calabria. Questo è il momento dell’intervento del nostro grande antenato Salvatore Aldisio che riteneva inutile e improduttivo spendere soldi nel mezzogiorno d’Italia e in particolare nel territorio gelese che vanta il primato di possedere le strade più vecchie d’Italia e le più disastrate. Un grazie agli uomini politici che tanto hanno fatto per il nostro territorio a cui noi andiamo a dedicare strade e ville per non dimenticare…