Un gravissimo incidente nei cantieri del residence di Albani Roccella, un operaio ferito: assolti l’imprenditore e due professionisti

 
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Gela. Cadono le accuse e arrivano tre assoluzioni. Il giudice Lirio Conti ha emesso un dispositivo favorevole nei confronti dell’imprenditore Riccardo Luca e dei professionisti Fabrizio Lisciandra e Giambattista Mauro.


L’incidente in cantiere. Erano finiti a processo dopo il grave incidente sul lavoro verificatosi all’interno dei cantieri di un complesso residenziale ad Albani Roccella. Un giovane operaio, nel dicembre di sei anni fa, rimase gravemente ferito dopo una caduta nel vuoto. Riportò traumi talmente profondi da incidere ancora oggi sulla sua capacità lavorativa. Costituito parte civile con l’avvocato Giacomo Di Fede, ha chiesto un risarcimento da trecentomila euro. Richiesta bocciata dal giudice Conti che, invece, ha optato per l’assoluzione degli imputati. Un verdetto che è andato anche oltre le richieste giunte dal pubblico ministero Pamela Cellura. Per l’accusa, infatti, sia Lisciandra che Mauro andavano assolti. Il primo, all’epoca dei fatti, ricopriva l’incarico di responsabile dei lavori; il secondo, invece, si occupava della sicurezza. Le contestazioni principali erano tutte incentrate su quanto accaduto al lavoratore che, in base alla ricostruzione degli ispettori, avrebbe inciampato mentre trasportava materiale in cantiere, arrivando a sfondare un parapetto che segnalava la presenza sottostante di un vasto spazio vuoto. Per il pm Cellura, i due professionisti avrebbero adempiuto a quanto previsto dalla normativa in materia. L’accusa ha invece chiesto la condanna ad un anno e due mesi di reclusione nei confronti dell’imprenditore Riccardo Luca, titolare dell’azienda che effettuava i lavori, la Luca Costruzioni srl. Il giudice, alla fine, ha disposto l’assoluzione per i tre imputati, con la formula “perché il fatto non costituisce reato”. E’ stata esclusa anche la responsabilità della stessa azienda. I difensori, gli avvocati Antonio Gagliano, Giovanna Zappulla, Vittorio Giardino ed Enrico Aliotta hanno del tutto contestato la ricostruzione della vicenda. Sia il parapetto sia il gradino finale, che avrebbe causato la caduta, sarebbero stati in regola con quanto previsto dal progetto e dalle norme in materia. Non a caso, hanno messo in dubbio quanto riferito da uno degli ispettori che si occupò degli accertamenti successivi. Così, è passata la linea difensiva, con il giudice che ha emesso un verdetto assolutorio.

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