Gela. Doveva essere un semplice incontro – dibattito per discutere di minori e violenza, all’interno di una scuola. Un intento nobile a prima vista e utile come strumento didattico per dei formatori che vivono quotidianamente a contatto con bambini ed adolescenti.
Ma il convegno “Riflessi e Frammenti: minori e violenza”, promosso e organizzato dal Distretto 108Yb Sicilia del Lions Club, ha scatenato una ridda di polemiche, senza neanche essere andato ufficialmente in scena.
È bastata la locandina diffusa tramite la pagina Facebook “Lions Sicilia” a far scatenare l’indignazione di Antonio Messina, il giovane archeologo ennese che ebbe il coraggio di denunciare le violenze subite da don Giuseppe Rugolo e che portò il sacerdote alla sbarra, dove ad oggi risulta condannato in primo grado a quattro anni e mezzo per abusi sessuali su minore.
Dopo aver letto il parterre dei relatori infatti, Antonio ha preso carta e penna e ha scritto agli organizzatori del convegno, alle autorità giudiziarie e alla stampa, per denunciare la presenza di un nome “ingombrante” considerati i temi trattati.
Si tratta di Giovanni Salonia, Direttore della Scuola di specializzazione in Gestalt Terapy Kairòs. Il perchè della denuncia lo spiega proprio Antonio nel suo scritto: “All’iniziale curiosità per l’iniziativa e per le tante istituzioni invitate a intervenire, sono subentrate incredulità, perplessità, nonché con un profondo e raccapricciante senso di ingiustizia. Infatti – scrive il giovane archeologo – trovo irrispettoso nei riguardi di chi ha subito e subisce violenza, al di là dell’età anagrafica, che a dispensare conoscenze, consigli e a proporre eventuali soluzioni sulla violenza sia proprio il signor Giovanni Salonia, persona nota per le vicende che lo hanno visto protagonista dal 10 febbraio del 2017, quando Papa Francesco lo avrebbe nominato Vescovo ausiliare dell’Arcidiocesi di Palermo”.
“Successivamente a quella data – continua nel suo racconto Antonio – Giovanni Salonia avrebbe rinunciato alla prestigiosa carica, a seguito di alcune denunce giunte in Santa Sede da due religiose, una delle quali lo accusava proprio di violenza sessuale. Mentre in sede canonica il predetto prelato veniva scagionato attraverso un incredibile espediente formulato dalla commissione presieduta da Mons. Rosario Gisana, Vescovo di Piazza Armerina, in sede penale l’imputato Giovanni Salonia non viene giudicato per un cavillo giuridico (la denuncia della religiosa sarebbe stata tardiva) e, dunque, non sarebbe stato certamente prosciolto nel merito”.
Antonio mette in evidenza nella sua denuncia proprio la correlazione che ci sarebbe tra Salonia e il vescovo della Diocesi di Piazza Armerina Rosario Gisana, a capo della commissione che giudicò il prelato, e protagonista delle intercettazioni del caso Rugolo, nelle quali è venuta fuori la posizione a tutela del sacerdote ennese da parte dello stesso Gisana.
“Se questi sono i presupposti della manifestazione che si appresta ad essere celebrata tra le mura di un istituto scolastico – scrive Antonio – vi prego fortemente di risparmiarci le vostre parole e di non offenderci facendo sedere al tavolo dei relatori soggetti che certamente non brillano né per trasparenza, né per verità, né per etica, né per morale, né tantomeno per spiritualità: se vogliono pontificare sulle violenze a danno di persone vulnerabili è bene che lo facciano nelle sedi a loro familiari, dove trovano riparo e protezione”.
“Non staremo in silenzio ad assistere a questo spettacolo – conclude Antonio nella sua missiva – se ciò significherà non avere assoluto rispetto di chi è vittima di violenza, a prescindere da età, sesso e condizione sociale”.
Una presa di posizione dura, sposata in pieno anche da tanti fedeli gelesi pronti a recarsi al convegno per una contestazione pacifica.
Contestazione che di fatto non ci sarà. Magicamente infatti, nelle ultime ore sui social è stata diffusa una nuova locandina dell’evento e, tra i relatori, è scomparso il nome di Giovanni Salonia. “Ragioni di opportunità” dicono dall’organizzazione.