Gela. Lavori abusivi nell’immobile di Settefarine, in parte confiscato allo stiddaro Crocifisso Lauretta. Il giudice Tiziana Landoni ha deciso la condanna per cinque imputati, tutti familiari di Lauretta, compresa la moglie.
Le verifiche sull’immobile. Sette mesi di reclusione alla donna. Gli altri familiari, invece, sono stati condannati a sei mesi di reclusione. Il verdetto del giudice Landoni è andato oltre le richieste giunte dal pm Tiziana Di Pietro che, invece, aveva chiesto la condanna solo per la moglie di Lauretta, indicando l’assoluzione per tutti gli altri imputati. Per il giudice, invece, le accuse mosse agli imputati, seppur in parte, sono rimaste in piedi. Lo stabile di Settefarine, per un quarto, venne confiscato allo stiddaro. Il resto della struttura, invece, ricade nella proprietà della moglie. Il legale di difesa, l’avvocato Antonio Gagliano, ha chiesto l’assoluzione per tutti gli imputati. Non a caso, ha prodotto sia l’istanza di sanatoria edilizia sia la documentazione che attesta la proprietà dell’immobile. “Gli imputati non hanno mai violato i sigilli – ha spiegato in aula – perché sono sempre rimasti nella disponibilità dello stabile”. In base alle accuse, però, avrebbero continuato ad edificare, pur in assenza di autorizzazioni. Alla fine, è arrivato un verdetto di condanna.