Gela. L’avvio in città della bio-raffineria del colosso energetico Eni slitta ancora.
“L’inaugurazione dei nuovi impianti – spiega Alfredo Barbaro, Ad Rage – avverrà nel primo semestre 2018”. Un anno di ritardo rispetto a quanto sottoscritto al Mise il 6 novembre 2014 e sei mesi dall’ultima comunicazione che di fatto aveva cancellato l’avvio in due step. Il primo era previsto in questi mesi estivi. Avrà una capacità di lavorazione annua pari a 720 mila tonnellate – assicura Luigi Ciarrocchi, responsabile progetto Gela di Eni – Inizialmente, ma solo per un anno, sarà alimenta per l’80% da olio di palma. L’anno successivo, ovvero dal 2019, la produzione dei bio-carburanti avverrà tramite la raffinazione degli olii di scarto della filiera alimentare, rifiuti organici, carcasse di animali e olio di palma ma in una percentuale ridotta al 15-20%. La Raffineria green di Gela – conclude – sarà esempio di economia circolare”.
Sono queste le indiscrezioni emerse durante l’incontro di presentazione del convegno “La transizione verso la bioeconomia: workshop internazionale sul futuro delle bioraffinerie in Europa” promosso dall’Unitelma-Sapienza, la cui sezione locale in via Feace è coordinata da Alessandro Morselli, dove in tre giorni interverranno illustri studiosi e membri del comitato scientifico Bit (Bioeconomy in transition) quali: Piergiuseppe Morone, James Clark, Meherdad Arshadi, Nicholas Gathergood, Apostolis Koutinas e Cesare Imbriani. Secondo quest’ultimo, napoletano, economista attento alle questioni meridionali, “Eni ha una storia industriale fatta di errori, voi (rivolgendosi al management Rage alla presenza del sindaco Domenico Messinese) – evidenza – avete adesso la possibilità di rifarvi”.
“L’obiettivo del workshop è duplice – assicura Morselli – Da un lato intende dare uno stimolo scientifico alla riconversione, dall’altro ambisce a definire alcune linee di policy per governare la transizione”.
Sono previsti anche interventi di Adriano Giannola (presidente Svimez), Cecilia Giardi (Novamont), Carlo Perego (Eni), Sandro Cobror (Mossi & Ghisolfi).