Gela. Vive ormai stabilmente in Germania, insieme alla propria famiglia. Per un operaio gelese, però, sul finire dello scorso anno, è scattato l’arresto, per pendenze penali del passato. Le autorità tedesche lo hanno eseguito e il trentacinquenne è stato poi trasferito in Italia, detenuto a Viterbo. Una vicenda che ha portato ad un procedimento, dato che la difesa, sostenuta dal legale Salvo Macrì, ha impugnato il mandato di arresto, soprattutto rispetto alle modalità dell’esecuzione e ai procedimenti che lo hanno motivato. Un primo parziale verdetto favorevole è arrivato con un’ordinanza del giudice del tribunale di Gela che ha di fatto annullato per due fattispecie mentre ha confermato l’esecuzione del provvedimento rispetto alla pendenza maggiore, che ha comportato la condanna.
La difesa non esclude un’impugnazione in Cassazione, nel tentativo di avere riscontri ulteriori sul piano della legittimità. L’operaio è attualmente detenuto proprio per la pendenza principale che ha portato al mandato d’arresto e alla sua esecuzione.