Gela. Collegamenti veloci, via mare, tra la città e Malta, la Tunisia e Lampedusa. Dovevano essere gli aliscafi della Ustica Lines, oggi Liberty Lines, a garantire il servizio, avendo come punto di riferimento
strategico il pontile sbarcatoio, sul lungomare Federico II di Svevia.
“A settembre i primi collegamenti”. Questo era il progetto, presentato in pompa magna dal grande capo della compagnia di navigazione Vittorio Morace e dal presidente della Regione Rosario Crocetta, che nell’agosto di quattro anni fa, su un pontile sbarcatoio sottoposto a lavori ma anche a divieti di ogni tipo, già annunciavano “due o tre collegamenti con Malta o Lampedusa a settembre per prepararci a dare un segnale definitivo”. A distanza di quattro anni, mentre proprio il presidente Rosario Crocetta e Ettore Morace, figlio di Vittorio, amministratore delegato della Liberty Lines, sono tra i nomi di spicco di una vasta indagine avviata dalla procura di Palermo e che riguarda gli appalti per i collegamenti marittimi con le isole minori, il pontile è sempre più in balia della sorte, decisamente ostile. Inaccessibile per un ampio tratto, dopo l’avvio di un’indagine dei magistrati della procura che hanno verificato ipotesi legate all’instabilità strutturale, è fuori da qualsiasi rotta, anche da quelle immaginarie. Di collegamenti veloci, tramite aliscafi, neanche l’ombra. Solo lucchetti e cancelli sbarrati, oramai corrosi.