Gela. Per la seconda volta nell’arco di pochi mesi i giudici del tribunale amministrativo di Palermo bocciano la giunta comunale e premiano, invece, anche se in maniera provvisoria, i dirigenti di Caltaqua.
Sono stati proprio i magistrati amministrativi, con un’ordinanza appena emessa, a bloccare l’efficacia del provvedimento sindacale che imponeva ai responsabili dell’azienda la sospensione immediata di tutte le procedure per il distacco dei contatori idrici. Lo scorso marzo, a conclusione di un lungo confronto, il sindaco Angelo Fasulo firmò un atto che bloccava qualsiasi operazione di taglio delle utenze idriche ai danni di tutte quelle famiglie risultate morose. In sostanza, anche chi aveva versato solo il cinquanta percento di quanto dovuto ai dirigenti della società italo-spagnola avrebbe dovuto subire il distacco del contatore. Una scelta che provocò proteste in molti quartieri della città. Non a caso, per evitare ulteriori tensioni, fu proprio il sindaco a firmare l’ordinanza d’urgenza che impediva agli operai di Caltaqua qualsiasi intervento. Una mossa giustificata da esigenze di ordine pubblico. Peccato, però, che lo stesso provvedimento, almeno in questa fase, è stato bocciato dai giudici del tar. Un verdetto giunto dopo il ricorso presentato dai dirigenti di Caltaqua. Stando alla decisione emessa dai magistrati palermitani, quel provvedimento firmato dal sindaco potrebbe causare seri danni alle casse della società iberica. Inoltre, i giudici del tar hanno escluso che il sindaco, in quell’occasione, avesse la possibilità d’intervenire con un provvedimento d’urgenza. L’ordinanza appena varata dai magistrati, quindi, blocca gli effetti dell’atto firmato a Palazzo di Città: quindi, i distacchi dei contatori potrebbero riprendere già nelle prossime settimane. Non sembra essere stata accolta, almeno per il momento, la linea sostenuta in giudizio dall’avvocato Orazio Rinelli che rappresenta l’amministrazione comunale. Una decisione che, adesso, potrebbe riaprire una ferita mai del tutto cicatrizzata. L’ordinanza emessa nell’aula del tribunale amministrativo di Palermo blocca gli effetti della decisione assunta tra i tavoli di Palazzo di Città. E, adesso? Intanto, la prossima udienza è stata già fissata per marzo: quindi, fra otto mesi.