Gela. Ammise subito di non essersi accorto della sua presenza lungo un tratto stradale, a ridosso della rotatoria che immette a Settefarine. Il conducente dell’auto che impattò con la bici in sella alla quale c’era Angelo Infurna ha scelto di patteggiare la pena. Una decisione avanzata in giudizio dal difensore, l’avvocato Salvo Macrì. L’imputato vive per lavoro fuori dall’Italia ed era alla guida dell’automobile che due anni fa venne coinvolta nell’incidente, poi rivelatosi mortale. Infurna, che aveva una forte passione per la bicicletta, riportò gravi traumi. Venne trasferito al “Sant’Elia” di Caltanissetta, dove morì giorni dopo l’accaduto. La richiesta di patteggiamento è stata formalizzata davanti al giudice Serena Berenato. C’è stato l’assenso.
I periti si occuparono di ricostruire la dinamica dei fatti, proprio a seguito dell’indagine avviata dai pm della procura. La difesa dell’imputato ha sottolineato il richiamo al concorso di colpa, basandosi sui risultati degli accertamenti tecnici. I familiari della vittima, come parti offese, hanno seguito il procedimento ma non si sono costituiti nel giudizio.