Gela. I poliziotti, durante una perquisizione nell’abitazione di famiglia, trovarono una pistola 7,65 con matricola abrasa.
La pistola trovata in casa. A processo, così, c’è il ventiseienne Graziano Romano che avrebbe avuto la disponibilità dell’arma. Deve rispondere alle accuse davanti al collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore, a latere Ersilia Guzzetta e Tiziana Landoni. In aula, comunque, la sorella del giovane, chiamata a testimoniare, si è avvalsa della facoltà di non rispondere alle domande del pubblico ministero Antonio D’Antona. La donna vive nello stesso immobile dell’imputato. L’arma venne ritrovata nella cucina, proprio durante un controllo di polizia. Romano, sia in primo che in secondo grado, è già stato condannato per il tentato omicidio del coetaneo Malvin Bodinaku, raggiunto da diversi colpi di pistola. L’imputato è difeso dall’avvocato Carmelo Brentino. Intanto, proprio il pm D’Antona ha formalizzato in aula la contestazione della recidiva.