Gela. Continua ad essere una pagina tutta da scrivere quella degli interventi nelle ex discariche industriali, con in testa il sito ribattezzato “Cipolla”. Dopo anni di stasi e con l’impossibilità per il Comune di operare come soggetto attuatore, gli uffici regionali, con tempi non certo celeri, hanno preso contezza della situazione e stanno coordinando gli interventi preliminari alla messa in sicurezza. Ci sono state nel tempo pure richieste di accesso agli atti, da parte del senatore Pietro Lorefice. Serve una nuova caratterizzazione ambientale di un sito che nel passato è stato usato per smaltire scarti della produzione industriale e idrocarburi. Un buco nero, quello della discarica Cipolla, che mette a rischio le aree limitrofe, per l’assenza di impermeabilizzazione. L’area, nel recente passato, è stata transennata e delimitata, evitando il passaggio del bestiame per il pascolo e accessi non consentiti. Il servizio di caratterizzazione ambientale è stato affidato ad una società specializzata, della provincia di Trapani, per oltre centomila euro. Negli scorsi anni, il ministero concesse fondi per la messa in sicurezza di Cipolla e Marabusca, l’altra area usata per smaltire scarti pericolosi e idrocarburi. Per non perdere gli stanziamenti, bisogna superare la stasi burocratica che si era venuta a porre, principalmente a seguito dell’impossibilità dell’ente comunale di assolvere agli impegni di coordinamento delle attività.
La normativa in materia stabilisce obblighi di messa in sicurezza e bonifica, in capo a chi ebbe la proprietà dell’area. La ditta andò incontro al fallimento e solo lo Stato, in questo caso con ministero e Regione, può imbastire un progetto, anzitutto per limitare l’incidenza della contaminazione. Per la caratterizzazione, la Regione, attraverso il dipartimento acqua e rifiuti, ha impegnato una somma complessiva di 124 mila euro. Chiaramente, l’impegno economico da quantificare per un’eventuale bonifica sarebbe di proporzioni assai maggiori.