Gela. Un ricorso, che sta per essere presentato dal comitato della mozione a sostegno di Andrea Orlando, candidato sostenuto alle primarie dal gruppo dirigente del Pd locale, dopo quello già inoltrato
dai sostenitori di Michele Emiliano.
“Noi abbiamo annullato l’urna con il voto degli iscritti”. “Il Partito Democratico di questa città – hanno detto il presidente del seggio Giorgio Donegani e l’ex deputato all’Ars Miguel Donegani – non ha niente da temere. Tutte le operazioni di voto, in occasione delle primarie di domenica, sono state più che regolari. Siamo stati noi stessi ad annullare l’urna predisposta per gli iscritti. Parliamo, al massimo, di trentasette voti, e lo abbiamo fatto solo per evitare inutili contestazioni. Non ci sono stati brogli o schede già predisposte”. I democratici si difendono dopo quanto accaduto domenica in piazza Martiri della Libertà, con le operazioni di voto annullate dagli organi di garanzia nazionali. “Il voto è ancora sub iudice – ha continuato l’ex deputato – purtroppo, noi garantiamo il massimo della trasparenza a differenza di quello che capita a Mussomeli, dove si è votato per le primarie nell’appartamento dei Cardinale. In tutta la provincia di Caltanissetta, Renzi e i Cardinale sono stati bocciati”.
“Dimissioni? Non do soddisfazione ad un altro partito”. Ancora più netto è il segretario cittadino Peppe Di Cristina che non ha nascosto la forte tensione, arrivando a sbattere i pugni sul tavolo del circolo Gela Centro, dove i dem si sono riuniti. “Questa non è una banda a delinquere come qualcuno vuol far credere – ha attaccato – le dimissioni? Non do questa soddisfazione a un altro partito. Io sono sempre pronto a fare un passo indietro ma lo decido con il Pd. Chi ha sollevato il presunto caso? Sono gli stessi, adesso passati a Sicilia Futura, che se ne sono andati dal Pd perché contestavano il peso di una presunta famiglia. Adesso, a Sicilia Futura, sono andati a sostenere padre e figlia, ovvero il loro capo Salvatore Cardinale e la figlia, la deputato Daniela Cardinale. Sono gli stessi che, per mesi, cercavano di far passare come legittimo un segretario bis. Adesso, invece, prendono ordini da papà e figlia. Sono stufo di queste volgarità e stiamo già agendo in sede giudiziaria per tutelare anzitutto il partito e poi le nostre persone. Qui, c’è qualcuno che vuole affondare la città. Al gazebo, domenica, hanno votato oltre duemila persone, quelli di Sicilia Futura hanno subito capito che Renzi non avrebbe avuto alcuna possibilità di vittoria e hanno cercato di sollevare ogni scusa. Noi abbiamo annullato quello che loro hanno definito seggio occulto, invece previsto dal regolamento del partito che loro non conoscono, anche gli esponenti della mozione Emiliano, con diverse email, dopo le polemiche iniziali, hanno confermato la regolarità del voto”. A questo punto, perché gli organi di garanzia nazionale hanno preferito bloccare tutto? “Non lo sappiamo neanche noi – hanno detto Giorgio Donegani e Peppe Di Cristina – probabilmente, sono stati tratti in inganno dagli stessi che continuano a gettare fango sul nostro partito”.