Gela. “Dobbiamo andare tutti dalla stessa parte. E’ ora di decidere, anche perché arrivano richieste insistenti sia dal partito provinciale sia da quello regionale”. Per i dem, come spiega il commissario Giuseppe Arancio, i prossimi giorni saranno quelli della collocazione definitiva per le amministrative di giugno. Ci sarà una riunione tecnica seguita da un’assemblea. In queste settimane di trattative, i democratici sono stati impegnati su più fronti. Hanno messo in stand by la strada dell’agorà politica, che hanno contribuito ad aprire, senza dare il loro sì ufficiale al candidato sindaco Terenziano Di Stefano, che insieme ai grillini del Movimento cinquestelle si è sempre detto sicuro che alla fine il Pd starà dalla loro parte. I dirigenti del partito non hanno mancato comunque di sondare più soluzioni, compresa quella di una “grande coalizione”, oltre gli schieramenti. Hanno parlato con autonomisti e con riferimenti del gruppo di Pino Federico. In campo, c’è inoltre uno dei componenti storici del partito locale, Miguel Donegani che corre con le liste “PeR”, Sinistra italiana e “#2029”. “Il problema generale che si può riscontrare è la venuta meno dei partiti – sottolinea Arancio – non è semplice muoversi in un contesto fatto soprattutto di tante liste civiche. Prima, erano i partiti a determinare le scelte. Ora, la situazione è cambiata notevolmente”. I democratici stanno intanto lavorando sulla lista che a differenza di cinque anni fa avrà il simbolo e sarà pienamente inserita nel percorso del partito. Ieri, ancora una volta, Di Stefano ha fatto un appello pubblico, rivolgendosi non solo agli esponenti del Partito democratico ma anche a moderati e Mpa. Ha richiamato alla “responsabilità”, rifacendosi a quanto fatto in consiglio comunale, negli ultimi cinque anni, da forze politiche che hanno spesso collaborato tra loro per assicurare provvedimenti volti esclusivamente alla città.
“Condivido questo richiamo al senso di responsabilità delle forze politiche – aggiunge il commissario dem – la città sta vivendo una fase molto difficile. Fare il sindaco non sarà per nulla semplice. Il Comune è in default e con poco personale. Due dirigenti devono dividersi l’onere praticamente di tutti i settori dell’ente. Non sarà facile individuare soluzioni e assicurare i servizi che non siano obbligatori per legge”. Arancio ribadisce le priorità del programma. “Anzitutto, si dovrà lavorare per limitare una crisi idrica che danneggia i cittadini e il comparto agricolo – dice inoltre – dobbiamo puntare su attività finalmente ecocompatibili. Questo territorio ha pagato un prezzo troppo alto. Non possiamo dimenticare che dovremmo creare e strutturare servizi per il turismo e i musei dovranno essere aperti ed efficienti”. Tocca adesso al gruppo locale del Pd trovare la collocazione.