Gela. Poco più di venti anime del movimento “no Muos” hanno manifestato in silenzio durante la cerimonia di commemorazione del 69esimo anniversario dello sbarco degli Americani in città.
Approfittando della presenza di Riccardo Tovaro, responsabile della base Nato a Niscemi, si sono dati appuntamento in città rappresentanti di diversi comuni siciliani.
“No Muos, si alla vita” è uno dei manifesti affissi in piazza San Francesco, davanti la statua dell’onorevole Aldisio. Il movimento 5 Stelle con Fabio Leopardi, si è unito al sit-in silenzioso e composto. Davanti a loro i militari americani hanno partecipato alla cerimonia di commemorazione dei loro 39 caduti durante l’operazione Husky del 1947.
“Gli americani ci stanno facendo la festa – hanno dettoSalvo Nicolosi e Salvo Savatteri, del movimento no Muos – Il rapporto del territorio deve essere diverso”.
Per il secondo giorno consecutivo Alessandro Magro, colonnello del reparto territoriale dei carabinieri, Alessio Casablanca, comandante della compagnia della guardia di finanza e Gaetano Cravana, dirigente del commissariato di polizia, hanno garantito con la loro presenza, quella delle istituzioni per non spegnere i riflettori sugli italiani caduti in guerra. Il sindaco, prima dell’inizio delle manifestazioni ha incontrato i rappresentanti del movimento 5 Stelle e quelli del Comitato No Muos.
“È stato un proficuo confronto – dice Fasulo – con dei ragazzi che legittimamente sostengono una causa di importanza rilevante per la salute e la sicurezza di tutto il territorio. Assieme agli altri sindaci del comprensorio mi farò portavoce della loro protesta in tutte le sedi istituzionali, sia a livello regionale che nazionale. Voglio ringraziarli per la dignità e la compostezza della loro protesta durante una giornata nella quale di certo non festeggiamo gli americani ma commemoriamo i tanti caduti per la libertà e la democrazia”.
A conclusione del cerimoniale, il vittoriese Giuseppe Macca, ha donato la scultura “Ponte Dirillo 10 luglio 1947” composta da una fusone di piombo raffigurante un militare, “l’ho trovata nelle campagne tra Macconi e Dirillo – spiega – ed ho pensato di creare una scultura da donare alla collettività”.