Gela. Per la procura minorile è da confermare anche l’aggravante del metodo mafioso. Così è stata avanzata la richiesta di condanna a quattro anni e sei mesi di reclusione per il giovane che due anni fa sparò in pieno giorno in un tratto di via Niscemi, nei pressi dello stadio comunale. I colpi vennero esplosi in direzione di un venditore ambulante e di suoi conoscenti. Ci furono feriti, seppur senza conseguenze rilevanti. Il minore, assistito dal legale Davide Limoncello, sparò direttamente dall’interno di un’automobile in transito, guidata da un maggiorenne che ha invece patteggiato nel procedimento coordinato dai magistrati gelesi. Fu il minorenne stesso ad ammettere i fatti e a ricostruire in parte l’accaduto.
Le indagini sono state condotte dai poliziotti del commissariato. Per l’accusa, fu un’azione assai grave, con spari in pieno giorno e in una zona tra le più transitate. La difesa ha invece escluso che possano sussistere i presupposti del metodo mafioso. Secondo il legale, va valutata pure la scelta dell’imputato di ammettere la propria responsabilità. La decisione arriverà al termine della prossima udienza, fissata per aprile davanti ai giudici del tribunale minorile di Caltanissetta.