Gela. “Flavio sta reagendo. I parametri vitali dei suoi organi sono tornati alla normalità. Aspettiamo che riprenda anche l’attività cerebrale”. Commenta con queste parole l’esito della Tac, Salvatore Peritore, guardia giurata e padre di Flavio, quindicenne ferito gravemente alla testa da un colpo della pistola di ordinanza della madre le cui dinamiche sono al vaglio degli inquirenti del commissariato di polizia di via Calogero Zucchetto. “L’unica certezza è che quel maledetto proiettile ha attraversato la testa di mio figlio – conferma in lacrime il genitore – E’ stata mia moglie a trovarlo in fin di vita a casa, prima di sollecitare l’arrivo del 118. Da quel momento le nostre vite si sono letteralmente fermate – aggiunge –Sono le preghiere delle comunità parrocchiali gelesi a darmi la forza di mettere alle spalle questo incubo e sperare nel risveglio di Flavio”.
Da quel tragico episodio, avvenuto tra le venti e le ventiquattro di mercoledì, legato al colpo di pistola esploso nell’abitazione di via Pitagora e sfociato nella corsa contro il tempo dei sanitari, il trasferimento all’ospedale “Cannizzaro” di Catania, l’intervento urgente di neurochirurgia e il ricovero in Terapia intensiva, si contano gli istanti per sperare solo in un risveglio del quindicenne. La famiglia di Flavio, Salvatore Peritore, la moglie e il fratello di 23 anni, è incollata alla vetrata che li separa dal lettino dell’unità operativa di Terapia intensiva del nosocomio etneo dove viene costantemente monitorato e mantenuto in coma farmacologico. “In molti mi hanno contattato – conclude Salvatore Peritore – Tutti sono in preghiera per Flavio. Si sono uniti anche i compagni di scuola e i docenti dell’industriale. Adesso dobbiamo solo restare uniti per mio figlio. Nelle prossime 24 ore sarà sottoposto ancora alla tac”.