Gela.All’Ars, l’iniziativa congiunta di Mpa, Pd e M5s ha consentito lo sblocco del bando per l’accesso ai fondi da trentatré milioni di euro, previsti per le attività condotte dalle società estrattive. Un riparto di somme che spetta anche a Gela. Per i proponenti, i parlamentari regionali Giuseppe Lombardo (Mpa), Fabio Venezia (Pd) e Nuccio Di Paola (M5s), si tratta di “un successo” a beneficio delle comunità locali. Sono diversi i Comuni che possono attingere, tutti territori nei quali si concentrano gli interessi delle aziende estrattive, a partire da Eni. Per il dem Guido Siragusa, che la questione già in passato l’aveva più volte posta come una priorità, è però importante fare delle necessarie considerazioni. Teme che pure questa volta la città sarà ridimensionata. “Erano somme per il settanta per cento destinate a Gela, dove si concentrano le attività principali – spiega – sono previste per gli investimenti che Eni e le altre aziende del settore effettuano nelle aree con campi estrattivi ma non sono direttamente connesse alle estrazioni. È una soglia che le aziende riconoscono fino al tre per cento. Adesso, sembra quasi che si siano trasformati in contributi a pioggia, rivolti a più Comuni”. Secondo l’esponente del Pd, “la percentuale deve rimanere settanta per Gela e magari il resto per gli altri Comuni”, precisa. In caso contrario, “sarà l’ennesimo fallimento”.
Royalties estrattive e compensazioni possono fare la differenza per i progetti e per la tenuta degli investimenti a livello locale, compresi quelli per opere pubbliche. L’Ars ha già varato la finanziaria regionale che contiene il riconoscimento delle royalties del progetto “Argo-Cassiopea”. Ci sono poi quelle che Eni versa annualmente e il governo regionale concesse una deroga dalla destinazione vincolata per andare incontro alle esigenze del Comune in dissesto. “Se ci sarà un ridimensionamento degli importi – conclude Siragusa – i toni trionfalistici dell’onorevole Di Paola e degli altri parlamentari saranno stati inutili”.